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CINEMA NOVITÀ. Haggis: «La forza del mio film? Niente salvezza senza l'amore»

Emanuela Genovese martedì 5 aprile 2011
In The next three days, Paul Haggis, regista e sceneggiatore, punta tutta la suspence della storia su una sola domanda: cosa è disposto a fare un uomo per una donna? Remake di Pour elle, un film francese di Fred Cavayè prodotto nel 2007, The next three days (in 450 sale per Medusa dal prossimo 8 aprile) è la storia di John (Russell Crowe), un insegnante di letteratura, profondamente innamorato della moglie Lara (Elizabeth Banks). La routine delle loro mattine con colazione e foto quotidiana insieme al figlio Luke (Ty Simpkins) viene spezzata da un arresto. Lara è accusata di omicidio colposo. Passano gli anni, ma rimangono inutili i ricorsi anche alla Corte suprema d’appello: non c’è prova che possa scagionare la moglie. E allora John gioca l’ultima carta: organizzare un piano per far evadere la moglie. «Ho voluto mettere in evidenza – ha raccontato Paul Haggis, ieri a Roma – l’unica salvezza che viene dall’amore. Ho approfondito, girando un remake, alcuni temi che mi interessavano, come la fiducia nella relazione. Penso che l’ego abbia prodotto molti fallimenti e in questo film ho esplorato il tema del sacrificio nell’amore. Sacrificio che abbraccia anche altri ambiti della vita: penso che non avrei avuto questo successo (oltre ai due premi Oscar per Crash nel 2004 come miglior film e migliore sceneggiatura, Haggis ha scritto Million dollar baby e Nella valle di Elah, ndr) se non avessi lavorato gratis all’inizio della mia carriera. Se penso ai miei fallimenti mi accorgo che è avvenuto lì dove ho dato spazio eccessivo al mio orgoglio, che è quello che scatena tutti i vizi capitali». Fiducia che per Paul Haggis si manifesta anche nel modo di vivere e di lavorare: «Nel film non c’è nulla di autobiografico, se non la mia domanda sull’amore e su quanto sei disposto a dare. Nel mio lavoro mi fido di due persone: del mio socio Michael Nozick e di Debra, mia moglie, che è un buon giudice nei miei confronti: anche se ci siamo separati un anno e mezzo fa, lei continua ad essere la mia persona di riferimento. Lo dico non per raccontare i miei dettagli personali, ma per sottolineare quanto il mio lavoro si nutre della fiducia nelle persone a me care». Haggis è già al lavoro per il suo nuovo film: sta scrivendo la sceneggiatura di Terza persona, «un film corale dove, come in Crash, si intrecciano tre storie d’amore. La vita è incredibilmente complessa e nel pensare alle nuove storie c’è una domanda ricorrente: la posizione morale etica è giusta o viene assunta perché fa sentire migliore rispetto alla persona che ami? Alcune volte trovare la storia giusta e la chiave per raccontarla nel miglior modo è veramente difficile. Per The next three days ho riscritto la sceneggiatura 50 volte: ho lavorato per un anno e mezzo. Per me un film da una parte deve intrattenere, ma allo stesso tempo stimolare la riflessione».