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LA SFIDA DEL'EX DJ. Cecchetto: «Così cambierò Internet»

Gigio Rancilio mercoledì 4 aprile 2012
​Ha inventato radio DeeJay, che da anni è l’emittente radiofonica privata più ascoltata. Ha scoperto e lanciato Fiorello, Jovanotti, Gerry Scotti e gli 883. Ora, a 60 anni, Claudio Cecchetto (sì, quello di Gioca Jouer) ha deciso «di rivoluzionare internet». O meglio: l’ha deciso nel 2000 (vedi box a lato), ma solo da un mesetto ha preso il volo il suo Faceskin. La filosofia che anima questo social network (che anche nel nome si richiama a Facebook) è nuova. «Italiana al 100%» dice orgogliosamente Cecchetto. «Chiunque faccia ricerche su motori come Google sa quanto sia difficile ormai trovare su internet ciò che si cerca. Tutto dipende infatti da degli algoritmi matematici che ricercano e organizzano le pagine del web per gli utenti. Ciò che mancava ad internet era un motore di ricerca umano». In pratica? «Ho pensato così a un social network dove gli utenti diventano degli esploratori, capaci di indicare agli altri i siti migliori. In questo modo le persone che hanno interessi simili si possono incontrare e allargare le proprie conoscenze». La formula che sta alla base di Faceskin, Cecchetto la riassume con l’acronimo Roc («senza k»). Che significa: «Ricerca, organizza, condividi».Dentro Faceskin, c’è anche altro. «Ci sono le web-list dei personaggi famosi, dove Jovanotti, Fiorello, Max Pezzali e Linus indicano agli utenti i loro siti preferiti e il perché. E poi ci sono i newsjockey». Chi? «I newsjockey. Che stanno ai giornalisti come i deejay stanno ai musicisti». Cioè? «Il newsjockey è un grande lettore. Uno che ama e vive di informazione. Io gli chiedo di diventare un esploratore di notizie e di scegliere i contenuti di internet che meglio raccontano un argomento».L’utilità di Faceskin è indubbia. Ma quando ci si iscrive e si entra nel sito non tutto funziona alla perfezione. «È la fase beta. È come se avessi costruito una macchina di legno per poterla testare. Dopo avere raccolto tutti i dati e i commenti, stiamo apportando delle modifiche sostanziali. E i risultati si vedranno a breve». Si dice che la svolta di Faceskin è prevista per il 19 aprile, il giorno in cui compirà 60 anni. «Mi sarebbe piaciuto, ma c’è molto da lavorare. Saremo pronti a luglio. Cambieranno molte cose. Forse anche il nome».C’è poi un «piccolo problema», che proprio piccolo non è: visto che pochissimi su internet riescono a guadagnare davvero, come si finanzierà Faceskin? «È la stessa domanda che mi hanno fatto quando ho fondato Radio DeeJay. Così come allora non stavo aprendo una radio ma radio deejay, ora non ho creato un social network ma Faceskin, cioè qualcosa di completamente nuovo. In ogni caso, prima di parlare di business dobbiamo parlare di utenti. Il business infatti arriva quando ci sono gli utenti». Ora quanti ne avete? «Diciottomila. E in questa fase beta, cioè di prova, è già un successo». A quanti iscritti vuole arrivare «a regime» per essere contento? «Sopra i 300mila». Per ora chi paga? «Chi ha pagato la partenza di Jovanotti? E quella di Fiorello? Chi ha pagato la nascita di radio deejay? La mia storia dice che siccome nessuno ha investito all’inizio su di me, sulle mie idee mi sono sempre finanziato da solo. La prossima svolta sarà la memoring app, il registratore di internet. La stanno testando i miei due figli. Gliel’ho chiesto io perché i giovani hanno un’altra vista. Sono più concreti».