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Ristrutturazione. La Cattedrale di Crema torna al suo splendore

Marcello Palmieri lunedì 9 giugno 2014
​Ecco la cattedrale di Crema (Cremona): interamente restaurata, rinnovata nel suo presbiterio. Si corona così il sogno del vescovo Oscar Cantoni, che annunciò per la prima volta questi lavori nel giugno 2008. La Chiesa madre dei cremaschi chiuse 2 anni dopo, a fine novembre 2010, e riaprì al culto lo scorso 12 aprile con la benedizione di cattedra e ambone. Il 10 giugno l’inaugurazione ufficiale: nella solennità di san Pantaleone, patrono principale di città e diocesi, il cardinale Paul Poupard presiede alle 21 una Messa solenne. Al suo fianco, oltre a monsignor Cantoni, due vescovi di origine cremasche (Carlo Ghidelli e Franco Croci) e altri presuli lombardi. Dunque festa grande, a Crema. (Anche) nella consapevolezza che la sua cattedrale “parla” al di là dei confini locali: la storia degli ultimi decenni si intreccia infatti con la figura del cardinale Giovanni Battista Montini e dello scultore Mario Toffetti. Due persone a loro modo “grandi” nel cuore della Chiesa universale. Quel legame tra Crema e il cuore della Chiesa Era il 26 aprile 1959, e l’allora arcivescovo di Milano inaugurò nel Duomo di Crema altri poderosi restauri. Sgorgò da quell’occasione un’omelia appassionata, solenne, che venne consegnata alla storia come «Il segreto della Cattedrale». E cioè quella dimensione svelata dalla «vita liturgica – così scandì Montini – che fa corrispondere a ogni pietra morta una pietra viva». Il testo fece fortuna: più volte ripreso in Italia all’inaugurazione di altre cattedrali, monsignor Cantoni l’ha posto alla meditazione della sua diocesi durante le tre sere di Esercizi spirituali di Quaresima. E poi Mario Toffetti. Nel 1979, l’allora vescovo di Crema e padre conciliare Carlo Manziana volle dar fiducia al giovane scultore della Bassa bergamasca: gli affidò il nuovo altare della cattedrale, perché fosse rivolto verso il popolo. La sua fama crebbe. E la sua arte arrivò in Vaticano: ecco la quinta porta della Basilica di Santa Maria Maggiore, ecco il Fonte battesimale mobile per la Cappella Sistina, ecco le ampolle per la Messa crismale del Giovedì Santo. E poi di nuovo a Crema: monsignor Cantoni, per gli ultimi restauri, volle che lo scultore realizzasse cattedra e ambone nel segno della continuità con l’altare. Toffetti è morto lo scorso 8 novembre. La Cattedrale di Crema custodisce dunque l’alfa e l’omega della sua arte.

La cattedrale, cuore della città (Alice Bonizzoni)La cattedrale nella storia Dall’XI secolo, le cronache narrano di una grande chiesa dedicata a Santa Maria Maggiore: era l’antico duomo, parzialmente distrutto tra il 1159 e il 1160 da Federico Barbarossa. Fu lo stesso imperatore a ordinarne la ricostruzione, ma i lavori si interruppero nel 1212 quando la giurisdizione canonica di Piacenza abdicò temporaneamente a favore di quella cremonese. Il successivo 1284 vide di nuovo la supremazia d’oltrepò, e i lavori ripresero. Fondamentale l’anno 1580: Gregorio XIII costituì Crema diocesi, elevando la chiesa di Santa Maria Maggiore a cattedrale. Tra il 1776 e il 1780 le limpide forme in stile romanico – gotico lombardo vennero appesantite da un possente apparato barocco. Che poi venne totalmente rimosso durante i restauri 1952 – 1958. Il 20 giugno 1992 la chiesa madre dei cremaschi accolse Giovanni Paolo II, e nel 2005 vide inaugurata un cripta per accogliere le spoglie dei vescovi defunti. Prima tra tutti quella di monsignor Angelo Paravisi, il promotore dell’opera che mai vide finita. Ma nella quale ora riposa.

Le navate (Fredi Vacchi)Una tradizione che si rinnova Da tempo immemorabile, il duomo di Crema custodisce il crocefisso “miracoloso”: un legno del XIII secolo, probabilmente di fattura francese. Secondo la leggenda, in piena lotta tra guelfi e ghibellini fu gettato in un fuoco acceso dai soldati accampati in cattedrale. Ma, come venne a contatto con le fiamme, ritrasse le gambe. Così ancor oggi lo vedono le persone che davanti a lui pregano nella penombra della sua cappella, così come i fedeli che chiedono di celebrare sotto il suo sguardo pietoso una Messa per un malato terminale. E, fino a non molto tempo fa, anche gli sposi che convolando a nozze in una situazione “irregolare” per la Chiesa erano caldamente invitati a celebrare il sacramento in tono penitenziale davanti al Cristo morente. Altra particolarità della cattedrale di Crema, il suo concerto di 6 campane in Re bemolle con le prime quattro in accordo maggiore e le 3 piccole in scala. Lo fuse nel 1753 il cremasco Domenico Crespi, e gli esperti lo ritengono tra i migliori d’Italia.

Il presbiterio dopo l'adeguamento liturgico (Fredi Vacchi)