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Venezia. La Biennale premia Castellucci e La Ribot, leonesse della danza inclusiva

Angela Calvini, inviata a Venezia giovedì 15 ottobre 2020

Claudia Castellucci Leone d'Argento e La Ribot Leone d'Oro a Biennale Danza

Sono stati consegnati oggi, a Ca’ Giustinian, i Leoni per la Danza 2020 dal Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto. «Coreografa sobria, seria, minimalista ed esigente, che lavora con sacralità alla sua arte» è nella motivazione di Marie Chouinard – Direttrice del Settore Danza della Biennale - Claudia Castellucci, che ha ricevuto oggi il Leone d’argento. Nel discorso di ringraziamento Claudia Castellucci ha ricordato tutti quegli artisti che hanno continuato a produrre il loro lavoro anche se ignorati dal mondo, dicendosi stupita del premio proprio perché ha passato la sua vita a danzare nei recinti delle sue scuole, conducendo un lavoro quasi in segreto. «La danza – ha concluso – contiene una verità fisica e soggettiva molto lontana dal teatro, dall’idea di raccontare o imitare qualcosa. La danza è essa stessa questo qualcosa».

Ben nota alla scena nazionale e internazionale per aver co-fondato la Socìetas Raffello Sanzio (poi Societas) che negli anni Ottanta reinventa il linguaggio scenico, Castellucci da anni si dedica allo studio della danza sotto il profilo essenzialmente ritmico, sviluppando una propria filosofia e insieme una pratica sul concetto di tempo musicale che ha trovato in Olivier Messiaen e nel suo Catalogue d’oiseaux ulteriore motivo di riflessione creativa. La sua compagnia sarà in scena domani al Teatro Piccolo Arsenale con la prima assoluta di Fisica dell’aspra comunione.

«Gran signora stravagante dell’arte contemporanea, figura di spicco della danza attuale» è invece per Marie Chouinard il Leone d’oro alla carriera 2020, La Ribot, il cui lavoro, come recita la motivazione, «resiste a qualsiasi classificazione: performance, installazione live, danza, arte visiva».

Nel ricevere il premio, La Ribot ha così commentato: «Dico sempre che mi piacciono i premi perché offrono l’opportunità di ripetere ciò che già sappiamo: che le cose non si fanno da sole e che l’arte è una rete di rapporti particolari attraverso i quali circolano idee, voglia di vivere meglio e, soprattutto, voglia di farlo assieme. Oggi è estremamente necessario credere nella danza come fonte di conoscenza, sapere che la danza crea forti legami fra le persone e che inventa mondi migliori. Oggi è sempre più necessario accettare nuovi sguardi e pensare il mondo poeticamente, con vera e propria coscienza, andando oltre le mode e il mercato dell’intrattenimento. Oggi è molto importante scommettere su una danza inclusiva, creata per tutti, per ognuno dei nostri corpi, sensibili, intelligenti diversi… Il linguaggio della danza risiede nel corpo e il corpo è una lingua comune, è una lingua presente, che bisogna vivere dove ci troviamo, qui, lì, ora e nel frattempo…». Alla grande artista - spagnola di nascita e svizzera d’adozione, è affidato l’atto conclusivo del 14mo Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia il 25 ottobre con Another disitinguée in scena al Teatro alle Tese.