Agorà

INTERVISTA. Caterina Caselli: «Sogno un altro Festival»

giovedì 17 febbraio 2011
Da ieri sera, Sanremo ha mo­strato la sua faccia giovane: cantanti conosciuti soltanto nella Rete, grazie al download o at­traverso le emittenti radiofoniche private. Ieri si sono mostrati per la prima volta al grande pubblico A­nansi, Serena Abrami, Gabriella Fer­rone e Raphael Gualazzi, ultima sor­prendente scoperta di Caterina Ca­selli, la signora della canzone che alleva giovani talenti, prendendosi tutto il tempo necessario, e non li brucia al primo flop discografico. Sui giovani il Festival do­vrà riflettere seriamente, e scommettere di più. Un Sanremo che Caselli sogna: «Vorrei – ci dice – un Paese, prima ancora di un festival di canzoni, che fosse capace di dire ai giovani: ra­gazzi è possibile. Quando ci si trova davanti al talento, bisogna trovare un modo perché queste capacità non siano mortificate, se non addi­rittura ostacolate». Detto papale pa­pale: «Abbiamo bisogno che il me­rito sia riconosciuto e sia protetto». L’ex Casco d’oro, che non ha mai vinto il Festival, ma a cui Sanremo ha sempre portato fortuna (a parti­re da Nessuno mi può giudicare), o­gni anno si aspetta di più: «Con tut­ti i mezzi che ha, Sanremo potrebbe es­sere un’oc­casione più importante per i talenti sconosciuti. Così aiute­rebbe la mu­sica, non questo o quel giovane emergente». Con Sanre­mo o senza Sanremo, Caterina Ca­selli va avan­ti, appassio­nata, per la sua strada. Sanremo aiu­terà il giovane della scuderia, Gua­lazzi, un pianista di straordinarie ca­pacità espressive che affondano e prendono linfa dal jazz, ma Caselli aiuta Sanremo perché – si è sentito ieri sera – un ragazzo, che nel suo secondo cd si permette di fare il ver­so a Duke Ellington, va trattato co­me merce rara. Peccato soltanto che un brano di pochi minuti, come la sua Follia d’amore, non consenta di esprimere tutte le proprie capacità. Venderà, ma non è soltanto questo che interessa a Caselli. Ha voluto aiutare un talento, e le basta. Da oggi Sanremo 2011 è già sul mer­cato. Dai, attacca il giradischi! Ma il mercato piange. Il fatturato del mer­cato discografico italiano nel 2010 ha perso sei milioni di euro rispet­to all’anno precedente. Il dato non confortate è diffuso dalla Fimi, la fe­derazione che rappresenta le prin­cipali aziende discografiche italiane. Ma attenzione, non è venuta meno la voglia di musica. Semplicemen­te, cambia in modo significativo il veicolo musicale. I dati, raccolti dal­la società di revisione Deloitte, evi­denziano infatti l’estrema vivacità del mercato della musica online, cresciuto del 10 per cento rispetto al 2009, generando circa 22,5 milioni di euro di ricavi. Le vendite di cd e dvd musicali hanno perso rispetto all’anno precedente il 3 per cento, attestandosi a quasi 120 milioni di euro contro i circa 124 milioni del­l’anno precedente. Sul fronte digitale si conferma il trend di crescita già evidenziato nel­la prima parte dell’anno, infatti il fatturato si è attestato a circa 22,5 milioni di euro, contro i 20,5 del 2009. Una crescita ancora del 10%, trainata in gran parte dal successo del download da internet, +14%. Il digitale in Italia ha mostrato un trend percentuale più pronunciato rispetto alla media mondiale che è stata del 6%. «Il mercato italiano nel 2010 – dice Enzo Mazza, direttore della Fimi – ha mostrato come vi sia­no sicuramente delle opportunità da sviluppare sul fronte delle nuo­ve tecnologie». La musica, insom­ma, ha sempre un futuro e, piaccia o no, dentro c’è anche Sanremo. Il palco del teatro Ariston simbolo del Festival di Sanremo