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REPORTAGE. Carnia fedele dall’a.C. al pc

Francesco Dal Mas venerdì 18 febbraio 2011
La periferia del Friuli e del Nordest? Le montagne più spopolate delle Alpi? I luoghi comuni si sprecano per la Carnia. È vero, i problemi non mancano, basta una frana per isolare i paesi. Ma le opportunità di questa terra sono uniche. È ad Amaro, all’ingresso di questa terra, che si trova un centro industriale tra i più innovativi d’Italia, con la Eurotech, public company specializzata in nano-computer, che Roberto Siagri ha voluto impiantare «fuori dal mondo» per poter meglio «conquistare il mondo». È da Illegio, minuscolo borgo sulle terre alte di Tolmezzo, che ogni anno viene promossa una tra le più autorevoli esposizioni d’arte d’Europa, con 30 mila visitatori da ogni parte del continente. E poi lo sguardo spazia verso le valli, incrocia la Pieve di Zuglio – l’antica città romana Iulium Carnicum, fondata nel I secolo a.C., sede di diocesi suffraganea di Aquileia. È una terra, la Carnia, in cui è maturata una civiltà singolare, ricca di bellezze naturali e culturali, d’arte, d’archeologia, di storia e di fede. Una terra dove da sempre hanno convissuto popoli diversi per lingua e cultura: tedeschi, sloveni, friulani e italiani, vero laboratorio storico di convivenza pacifica e rispettosa. Ma che è stata fra i teatri più tragici, nel XX secolo, delle due grandi guerre (una testimonianza per tutte: il museo di Timau, al confine con l’Austria), dopo il passaggio di moltissime altre, con il loro seguito di inutili stragi e di laceranti divisioni. La Carnia, tuttavia, non si è piegata. «Nelle nostre valli, nel cuore della verde Carnia, davvero ogni piccolo paese – evidenziano l’arcidiacono Angelo Zanello e don Alessio Geretti, l’anima delle mostre di Illegio – è la voce e la dignità di tutte le comunità sparse sui monti, e in questi anni con il moltiplicarsi delle iniziative culturali, letterarie, artistiche, musicali, teatrali, culinarie, religiose, sono diventate centri culturali di singolare importanza». Può capitare così d’imbattersi nel Cammino delle Pievi in Carnia, ispirato al famoso Cammino di Santiago de Compostela e collegato al confinante Cammino delle Dolomiti: un percorso di spiritualità, natura e cultura lungo un anello di circa 200 km che collega in 18 tappe le antiche pievi da Imponzo a Zuglio. Santuari e fortezze, luoghi di fede e d’arte, centri di governo ecclesiastico e amministrativo dell’area alpina, le pievi documentate in Carnia tuttora esistenti sono ben dieci.Perché non solo oggi, ma anche ieri la Carnia non era affatto terra di periferia. Nel Settecento, ad esempio, Jacopo Linussio la trasformò nella capitale europea della lavorazione della seta, promuovendo fra Tolmezzo e dintorni addirittura 30 mila posti di lavoro e permettendo il formarsi di grandi personalità industriali della regione. E proprio in queste settimane Linussio viene ricordato con una serie di iniziative. C’è a Tolmezzo chi ritiene che, rendendo le tele prodotte più economiche, vestibili e alla portata di tutti, Linussio abbia contribuito non poco a dare un grande impulso allo sviluppo dei moderni jeans. È sempre il richiamo artistico a fare da motore. Ed ecco, infatti, che in fondo alle valli della Carnia, a Treppo, là dove non te l’aspetti puoi incrociare un’interessante pinacoteca, organizzata intorno alla donazione del pittore e collezionista Enrico De Cillia, con 70 fra olii, disegni, stampe e sculture, ai quali si sono aggiunte opere di Botto, De Zorzi, Di Pasquale, Facchinetti, Furlani, Galassi, Muner. Il monte Zoncolan è poco distante; e Zoncolan vuol dire soprattutto sci. La Carnia offre piste per ogni gamba, anche al Varmost, a Forni di Sopra, oppure appena al di là dei suoi confini, a Tarvisio e Sella Nevea. Gli sportivi che non si accontentano di questa opportunità, sanno bene di poter coltivare anche altre curiosità. I più golosi possono cimentarsi in lezioni di cucina e degustare i piatti preparati. Dal 12 marzo prenderanno il via i Week-end gastronomici in Carnia, pacchetti di due giorni (a Sauris, Ravascletto, Forni Avoltri o Arta Terme) che uniscono cultura e buona cucina, con degustazioni di vini e visite guidate ai musei. Chi coltiva interessi per l’architettura popolare non può mancare l’appuntamento con Sauris, una piccola comunità in cui – fra l’altro – si parlano tre lingue: italiano, friulano e tedesco. Le architetture tipiche delle case risentono della tecnica costruttiva tedesca: sono stavoli realizzati in pietra nella parte inferiore e in legno in quella superiore, con il fienile costituito da tronchi sovrapposti che si incastrano tra di loro agli angoli. Altri richiami interessanti: il percorso monumentale dell’orologio in Val Pesarina, con visita anche al piccolo museo della fotografia e cinematografia e al Mozartina di Paularo, la visita alle centrali a biomassa di Arta e Treppo Carnico, dove acqua calda ed energia elettrica vengono generate dalla combustione degli scarti delle segherie e dei boscaioli, la visita al sistema di riscaldamento dell’acqua termale di Arta e alle centraline idroelettriche di Noiaris e Treppo. «Carnia fidelis» è il riconoscimento che questa terra sta ereditando dal 42 a.C., quando Augusto costituisce il Forum Iulium carnicum, oggi Zuglio. E fino ad oggi non ha tradito.