Agorà

SPETTACOLI. Genova: il Carlo Felice è a rischio fallimento

martedì 24 marzo 2009
Quella di questa sera potrebbe essere l'ultima "prima" al Carlo Felice, almeno per un bel pò di tempo. "Andrea Chenier" di Giordano va in scena nel momento di maggiore tensione per il Teatro lirico genovese. Da più parti si parla infatti con sempre maggiore insistenza di "fallimento". Comune di Genova e Regione Liguria cercano di scongiurare l'ipotesi, ma sono alle prese con pesanti problemi di bilancio. "Servono circa 10 milioni di euro per il fondo pensioni - spiega il commissario straordinario della Fondazione, Giuseppe Ferrazza - visto che i lavoratori hanno vinto in primo grado il ricorso per avere quanto spetta loro". Soldi, però, che oggi la Fondazione non ha. "Se non si trovano al massimo entro la fine di giugno - dice ancora - sarò costretto a mettere a bilancio il passivo, il che comporterebbe una liquidazione coatta amministrativa della Fondazione". Vale a dire, sarebbe il fallimento. Per questo si incontreranno riservatamente il sindaco di Genova Vincenzi, l'assessore alle finanze di Tursi, Balzani, e gli assessori regionali Pittaluga e Morchio, per valutare come affrontare la questione. Diverse le possibilità: o ricorrere contro la sentenza che ha dato ragione ai lavoratori e aspettare il secondo grado, oppure cercare di trovare un accordo con i lavoratori stessi sull'ammontare del fondo. In quest'ultimo caso la cifra di 10 milioni potrebbe essere ridotta, ma non è detto che tutti i dipendenti del Carlo Felice accettino, specie quelli che vanno in pensione adesso potrebbero volersi vedere riconosciuti in pieno i propri diritti economici. Insomma, una situazione piuttosto intricata. E il tempo a disposizione non gioca certo a favore del teatro che rischia il fallimento. Il Commissario nelle scorse settimane ha scritto a tutti i soci fondatori per segnalare l'emergenza. Comune e Regione si stanno attivando, ma la strada è in salita e nessuno è in grado di scommettere su quello che sarà l'esito delle consultazioni e delle trattative. Intanto per questa sera i dipendenti hanno previsto un volantinaggio all'entrata del Teatro. Niente scioperi, promettono, ma una propaganda incessante per salvare il Carlo Felice, appena diventato maggiorenne e a rischio di chiusura. Sarebbe il primo teatro fallito in Italia, dopo essere stato l'ultimo ad essere ricostruito.