Monumento. Crema, il campanone del Duomo torna a casa restaurato
Dal 1753 ha salutato 19 vescovi, e accompagnato centinaia di migliaia di cremaschi nella quotidianità del centro storico. Poi, nel 2014, la scoperta: il campanone del Duomo – quindici quintali di bronzo, senza contare meccanismi e ingranaggi vari - è crepato tra la calotta superiore e le maniglie, bisogna rimuoverlo e aggiustarlo a dovere. Detto, fatto. Il capolavoro di Domenico Crespi – l’artigiano locale che lo fuse – è stato affidato alla ditta che da anni lo cura insieme alle altre 6 campane lì presenti, la Sabbadini di Fontanella. E questa, data l’importanza del manufatto unita alla delicatezza delle lesioni, ha chiesto l’assistenza di un’azienda specializzata che è leader in Europa: la Grassmayr di Innsbruck (Austria). Così, attraverso una spettacolare operazione organizzata dalla Sabbadini, a inizio maggio il campanone è risceso a terra dopo 263 anni. Poi ha viaggiato oltreconfine, per essere “medicato” dalla Grassmayr. E, questa mattina, la collega bergamasca lo ha riportato a Crema. Nel cortile della curia, dove il vescovo Oscar Cantoni lo benedirà domani al termine della Messa delle 18. In torre, la campana salirà poi nei prossimi giorni. E lì – al netto di imprevisti - vi rimarrà di nuovo per secoli: battendo le ore, scandendo il carillon di mezzogiorno, e annunciando con le altre campane le Messe festive.