Agorà

INTERVISTA. Spinozzi: «Siamo ancora in piena Calciopoli»

Massimiliano Castellani venerdì 3 giugno 2011
«Questo ennesimo capitolo del Calcioscommesse è la dimostrazione che il sistema di Calciopoli non è mai finito. Ieri il gioco sporco era in mano a dirigenti e arbitri, che portavano avanti gli interessi economici delle società, oggi la palla passa anche ai calciatori che perseguono dei biechi fini personali...». È la fotografia di Arcadio Spinozzi, classe 1953, difensore arcigno e galantuomo, di Verona, Bologna e Lazio che si è costituito parte civile al Processo contro la Gea a Roma e contro Calciopoli a Napoli «Tribunale quest’ultimo, in cui – spiega – ho denunciato le condotte degli organi di giustizia sportiva della Figc e del Coni, nella gestione dei Processi sportivi di Calciopoli». Un uomo scomodo, Spinozzi. Un allenatore braccato da anni dai poteri forti e per questo non ascoltato a sufficienza dal Palazzo, nonostante nel 2000 avesse già denunciato nel suo libro Le facce del pallone anche l’antica pratica del Calcioscommesse.Come vede quest’ultima pagina nera, rispetto alle vicende che indirettamente la toccarono quell’estate dell’80, quando passò dal Bologna alla Lazio, club entrambi puniti per il Calcioscommesse?Ai miei tempi c’era un gruppo sparuto di tesserati che pilotavano qualche partita, oggi, alla luce del nuovo scandalo, emerge la diffusione di organizzazioni, ben strutturate e collegate con l’ambiente calcistico, in grado di aggiustare l’esito di un numero considerevole di incontri, se non addirittura di interi campionati. Il tutto per degli interessi economici rilevanti.Ma come se lo spiega che ex calciatori o addirittura tesserati in attività, milionari, possano abbassarsi a tanto?Molti di loro hanno delle devianze e il vizio conclamato del gioco d’azzardo. Alcuni sono attratti dalle somme cospicue che circolano nel professionismo e che talvolta si sono concentrate in maniera anomala su alcune partite, portando anche alla sospensione delle puntate legalizzate alle ricevitorie della Snai.Lei ha scritto che le organizzazioni criminali hanno forti interessi nel calcio, quindi anche nelle scommesse c’è sempre il loro intervento?La malavita organizzata attraverso il calcio ha la possibilità di spostare e riciclare denaro che arriva da altre attività illegali e di investirlo tranquillamente nelle scommesse. Del resto, la vera Calciopoli è essenzialmente uno scandalo finanziario e non certo una storiella di arbitri e di schede telefoniche...Vuol dire che quella che abbiamo subìto non è la vera Calciopoli?Quella su cui ci si è affannati negli ultimi cinque anni è una Calciopoli creata ad arte, su fatti marginali che accadevano già ai miei tempi. La Calciopoli “autentica” è quella messa in piedi da un’organizzazione che con la scusa dello sport, fa entrare e circolare sul mercato milioni di euro, molti dei quali sporchi. Soldi che con l’escamotage delle plusvalenze, di valutazioni senza limiti per l’acquisto dei calciatori (soprattutto stranieri) e l’utilizzo di società straniere di mediazione, consente di trasferire montagne di fondi neri all’estero, senza alcun controllo da parte dell’Autorità competenti. Chissà poi dove finiscono questi capitali e chi li incassa effettivamente?Via dunque anche l’equazione Calciopoli uguale Moggiopoli?Secondo quanto risulta dai giornali e dagli atti dei processi, tutti coloro che entravano nel mondo del calcio e volevano restarci dovevano legarsi a Luciano Moggi, il quale dettava legge già quando io ero giocatore. Poi dopo, grazie alle conoscenze che ha consolidato negli anni, è arrivato a quel sistema di potere in cui solo attraverso di lui era possibile acquistare società, collocare allenatori, giocatori e dirigenti. A parole tutti combattevano Moggi, ma in realtà tutti lo volevano: Berlusconi, Moratti, Agnelli... E anche dai “Palazzi della politica dello sport” lo lasciavano fare...Sta dicendo che Coni e Figc erano a conoscenza del “sistema Moggi”?Molti dei dirigenti federali devono la loro nomina all’ex dg della Juventus. I vertici delle istituzioni sportive erano perfettamente informati: le intercettazioni telefoniche lo confermano palesemente. E non è un caso che Moggi non sia stato ancora radiato, nonostante vi sia una specifica richiesta in tal senso. Nel frattempo all’interno del Coni e della Figc, si sono costituite associazioni a delinquere, come rilevato dalla Procura di Roma e di Napoli.Accuse pesanti, ma gli organi di giustizia come hanno reagito alle sue denunce?Ho chiesto di raccontare la mia verità a tre Procure, ma tutti i magistrati non hanno avuto nessun interesse a convocarmi, anzi qualcuno mi ha addirittura allontanato. Pure in questo caso ci troviamo di fronte all’italica fiction sulla ricerca della verità. Ho letto tutti gli atti dei processi con il mio avvocato Renato Miele e quando ci siamo resi conto su quali fatti erano imperniate le accuse, ho capito che non c’è nessun interesse ad arrivare là dove invece bisognerebbe indagare a fondo...Chi sono, oltre a lei, le altre vittime di quella che considera la vera Calciopoli?Il primo ad aver pagato è stato Zdenek Zeman. Ci siamo incontrati un giorno e gli ho chiesto se avesse voluto unirsi alla mia lotta giudiziaria. Zeman con franchezza mi fa: “Io c’ho provato già, mi hanno schiacciato, sono troppo potenti a qualsiasi livello. Ci rinuncio, ti faccio in bocca al lupo Spinozzi”. Penso che possano considerarsi vittime anche Aldo Agroppi, Picchio De Sisti e Gigi Simoni e tanti altri che finora sono stati più remissivi.E tra i calciatori in attività chi ha pagato dazio?Miccoli è uno che non è stato più convocato in Nazionale perché considerato un testimone scomodo nel Processo Gea contro Moggi e il figlio di Lippi. Argilli del Siena parlò e lo fecero sparire. Blasi, Capello, Baldini, Cellino e qualcun altro, hanno testimoniato alle autorità giudiziarie, ma poi non hanno ripetuto quanto detto in precedenza, tanto che la Procura di Roma durante il processo ha chiesto gli atti per indagare sulle loro “reticenze”. Luciano Gaucci, il mio ex presidente al Perugia, aveva rilasciato dichiarazioni eclatanti, ma adesso non parla più.Vuol dire che c’è in atto un’azione da parte delle menti di Calciopoli per comprare il silenzio di chi sa?Non appena hanno saputo la mia volontà di costituirmi parte civile, guarda caso mi sono arrivate delle offerte di lavoro, come vice-allenatore in una squadra di serie A... Finché ci sarà questa dirigenza nel calcio e nello sport, dubito che mi verrà data un’altra occasione per rientrare e fare il mio lavoro. E visti questi ultimi sviluppi del Calcioscommesse, ho il timore fondato che sarà difficilissimo uscire da quella che ormai va considerata una “Calciopoli perenne”.