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CASSANO ALLO IONIO. Calabria, le grotte preistoriche con 7mila visitatori l'anno

Domenico Marino lunedì 5 agosto 2013
​La Calabria, come gran parte del resto d’Italia, è ricca anzitutto sottoterra. E seppure tra molte ombre, non mancano le luci, le ricchezze valorizzate come meritano. Succede a Cassano all’Ionio, nel Cosentino, con il complesso carsico di Sant’Angelo, cavità immense (16 grotte per un totale di 2.563 metri di sviluppo planimetrico, tra le più estese del meridione), sul quale il Comune sta investendo da anni riuscendo a farne un punto di attrazione per migliaia di turisti, anzitutto studenti, che s’incuneano nei suggestivi cunicoli tra stalattiti, stalagmiti, laghetti, stanze e concrezioni varie, per godersi questo ammaliante mondo nascosto nelle viscere della terra, in un monte in passato sede d’un santuario cappuccino. Ogni anno varcano le soglie delle varie grotte di Sant’Angelo in media settemila persone, provenienti anzitutto ma non solo dalla Calabria.Negli ultimi tempi le grotte hanno cominciato ad accogliere, pur tra mille attenzioni e vincoli legati alla delicatezza dell’ambiente interno, mostre pensate ad hoc, e qualche anno fa i suoi colori cupi sono stati un perfetto scenario naturale per ricostruire l’Inferno dantesco con la lettura di alcuni canti della "Divina Commedia". Le grotte di Sant’Angelo erano frequentate dall’uomo già in età neolitica, quindi conservano tracce che attirano pure esperti interessati allo studio della preistoria. La frequentazione umana è accertata dal Neolitico medio (metà del IV millennio avanti Cristo) alla fine dell’Età del bronzo. Le prime indagini archeologiche furono effettuate tra 1962 e 1964. Da allora in poi hanno subito rallentamenti, per mancanza di fondi o scarsa sensibilità dei palazzi, ma non si sono mai fermati, sino alla vigorosa ripresa degli ultimi decenni. Sono stati effettuati interventi sia all’interno del complesso carsico per aumentare gli ambienti visitabili dai turisti oltre che dagli studiosi, sia all’esterno col miglioramento dell’accesso e la creazione d’una sala espositiva che si spera possa presto diventare un museo, e d’una serie di servizi accessori necessari per supportare la presenza turistica in crescita costante. Si fa molto ma chiaramente si potrebbe fare di più, anzitutto per quanto riguarda l’integrazione delle grotte con le altre ricchezze cittadine. Intanto, già così il complesso carsico di Sant’Angelo garantisce un’occupazione stabile a sette lavoratori socialmente utili.Gli scavi compiuti tra il 1978 e il 1982 hanno appurato la destinazione funeraria della grotta denominata Pavolella, raro esempio di cremazione in età neolitica, e trovato ceramica figulina acroma e ceramica dipinta a bande. Abbondante la presenza di ossidiana, minerale tanto usato nell’antichità per la creazione di lame di vario genere. Sono stati individuati, inoltre, segni di vegetazione e ceramiche di uso quotidiano: orcioli, bollitori per latte, tazze da filtro e molto altro.A una ventina di chilometri di distanza da Cassano, a Francavilla Marittima, nelle settimane passate un lavoro di scavo finanziato dal ministero dei beni culturali e da un fondo nazionale svizzero, e condotto da quattordici studiosi dell’università di Basilea, ha portato a galla una cinquantina di tombe che si aggiungono ad altre individuate in passato, confermando d’essere di fronte a una necropoli di epoca proto-storica. Ma questa è un’altra storia...