Agorà

Il personaggio. Basile, danzando sul tatami

Mario Nicoliello giovedì 20 aprile 2017

Fabio Basile oro olimpico a Rio 2016

Il judoka solitario entra nelle case degli italiani indossando l’abito di gala. Apparire in tv il sabato sera è una ventata di popolarità per qualsiasi personaggio in cerca d’autore. Anche per Fabio Basile, che ha cambiato vestito senza snaturarsi, conquistando la platea di “Ballando con le stelle” con la stessa armonia sfoderata ai Giochi olimpici di Rio. In terra carioca quello del ventiduenne torinese fu un oro particolare, il duecentesimo dell’Italia nella storia delle Olimpiadi estive, nell’arena di Rai 1 è invece una sfida contro sé stesso. Dal tatami alla pista da ballo Basile è sempre protagonista. Lui, abituato a stendere i rivali con prese morbide sul judogi altrui, è ora un ballerino soave, capace di farsi condurre alla gloria dalla partner Anastasia Kuzmina.

Fabio, quanto è cambiata la sua vita dopo l’oro olimpico?
«Sì, se guardo alla popolarità, alle apparizioni pubbliche, agli impegni extrasportivi. Per strada le persone mi riconoscono e mi fermano, il calore della gente mi piace, ma i veri amici sono sempre quelli di prima. Se analizzo il mio intimo sono invece rimasto lo stesso. Un ragazzo che si pone degli obiettivi e fa di tutto per raggiungerli».

Qual è il suo obiettivo attuale?
«Vincere “Ballando con le stelle”. Non gareggio giusto per partecipare, ma per battere gli avversari, sul tatami come in tv».

È sorpreso della sua prestazione da ballerino?
«Non pensavo che potesse essere un’esperienza così positiva, capace di farmi conoscere lati della personalità finora oscuri. Quando combatto so di essere forte, quando ballo mi rendo conto di non esserlo, perciò devo ricorrere al coraggio e alla forza di volontà per ben figurare».


Come sta vivendo il “dietro le quinte”?
«L’atmosfera è stupenda, quasi come se fossimo grande famiglia. I compagni di avventura sono rivali solo il sabato, nel resto della settimana siamo grandi amici».

Ha danzato spesso in passato?
«Per niente. La discoteca non è mai stata nelle mie corde e non ho fatto nulla per imparare a ballare. Il Fabio Basile ballerino è merito del lavoro incredibile di Anastasia'.

Ci racconta come è stato selezionato.
«In maniera semplicissima. Milly Carlucci mi ha telefonato proponendomi di partecipare. In un primo tempo ero scettico e avrei voluto declinare l’invito, poi parlando a margine di un incontro pubblico con Guillermo Mariotto mi sono convinto, perché ho capito che l’esperienza mi avrebbe fatto bene».

Ma riesce ad allenarsi con regolarità o ha accantonato il judo?
«Non scherziamo. Sono e resto un atleta professionista, perciò il mio lavoro consiste nell’allenarmi al centro di preparami

zione olimpica di Ostia».

Dove abita adesso? «A Roma. Ho cominciato a girare l’Europa e il mondo per gareggiare da quando avevo 14 anni, perciò sono abituato a vivere lontano da casa. La mia famiglia non mi manca. Per il momento mi piace essere un lupetto solitario, quando sono da solo nel mio appartamento mi sento a mio agio».

Dove trova la forza per essere così volenteroso?
«Sono molto religioso, sebbene frequenti poco la chiesa. Chi ha fede non ha paura di niente e non è mai da solo».

Quando si è avvicinato alla fede?
«Da piccolo, quando sono riuscito a sconfiggere una malattia terminale. Ero stato colpito da una terribile forma di polmonite e avevo passato più di 40 giorni in ospedale. Quell’esperienza mi ha forgiato il carattere ».

Non sarà in gara agli Europei: scelta pianificata o conseguenza della partecipazione a “Ballando”?
«Tutti i campioni olimpici stanno riprendendo con calma, perché non è facile ricominciare dopo aver raggiunto il massimo della soddisfazione. Ho preferito pertanto ricaricare bene le batterie, tralasciare l’Europeo dove sono già salito sul podio e dedicarmi ad altre attività al di fuori del mondo del judo».

Quando la rivedremo in gara?
«Ad agosto ai Mondiali. Finito “Ballando” volerò in Giappone dove trascorrerò tre mesi da solo a Tokyo per allenaruna duramente nella patria del judo. In quel periodo mi farò tornare la fame da competizione, sperando poi di saziare l’appetito vincendo l’oro a Budapest».

Sembrano le parole di Rocky Balboa quando decide di allenarsi da solo in Russia.
«Negli sport di sofferenza bisogna sperimentare la fatica solitaria e arrivare affamati il giorno della gara. Io voglio entrare nella storia diventando il primo italiano a vincere un Mondiale assoluto nel judo. Per farlo i sacrifici sono necessari».

Cosa proporrebbe per rendere più popolare il suo sport?
«Semplicemente trasmettere le gare in tv e parlarne nei talk-show sportivi. Se si discute solo il calcio non stupiamoci se i bambini vogliono diventare calciatori».

Cosa le ha insegnato il judo?
«Il rispetto dell’altro, la sportività nell’accettare il verdetto e la forza di rialzarsi dopo essere caduti. Una battaglia si può perdere, l’importante è vincere la guerra».

Cosa vorrebbe fare al termine della carriera?
«Tante cose, anche l’attore. Ma ora non ci penso. Nella mia testa c’è la volontà di difendere l’oro a cinque cerchi». Sarà sogno o realtà? Lo scopriremo a Tokyo 2020.