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L'inaugurazione. Apre il Salone di Torino: la libertà di essere libri

Gianni Santamaria giovedì 19 maggio 2022

Gli affollati stand del Salone 2022

Cappellini, magliette colorate uguali per tutti, zainetti. E soprattutto un libro in mano, possibilmente un fumetto. Da leggere senza l’incubo della mascherina. Si apre all’insegna di tanti giovani e scolaresche la 34ª edizione del Salone internazionale del libro di Torino dal titolo “Cuori selvaggi”. Cuori che ricominciano a battere dopo la pandemia e che sono in ansia per la guerra in Ucraina. «Lo scambio di conoscenza e la cultura creano ponti e aprono al dialogo», ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera inviata al presidente dell’associazione culturale Torino Silvio Viale. A ribadire il concetto che la lettura rende liberi negli spazi dei padiglioni della Fiera del Lingotto, dove sono circa 900 gli espositori, campeggia uno striscione: “I libri creano indipendenza”. Slogan che viene ripreso da Maria Falcone, invitata dal direttore editoriale del Salone Nicola Lagioia all’inaugurazione della cinque giorni, che si chiuderà lunedì. Il fratello Giovanni, ha raccontato, leggeva di tutto, da Salgari a D’Annunzio nella biblioteca paterna. «L’istruzione, la scuola ci fanno diventare uomini», ha detto la sorella del giudice ucciso dalla mafia trent’anni fa. «La vita è una sola e bisogna spenderla al meglio delle nostre possibilità, diceva mio fratello Giovanni. E questo viene dalla bocca di un uomo che ha saputo fare della propria vita uno strumento di libertà per tutti». A inaugurare l’evento sono stati i ministri della Cultura Dario Franceschini e dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Investire sulla conoscenza è un grande antidoto contro le guerre», ha spiegato al suo arrivo Franceschini. Che ha poi auspicato l’approvazione entro la fine della legislatura della legge che promuove libro e lettura: «È un momento importante per il settore dell’editoria, grandi autori e grandi investimenti». Il ministro della Cultura ha anche ricordato all’inaugurazione, dopo un giro tra gli stand, che «i dati che riguardano il settore sono confortanti». Pandemia e Ucraina ricorrono anche nelle parole di Bianchi: «Dobbiamo essere capaci di raccontare le cose belle che abbiamo fatto in questi due anni di pandemia e ora con l’accoglienza dei ragazzi ucraini che noi seguiamo da vicino». Il Salone, ha detto Lagioia, serve «per immaginare un futuro più decente del presente». E «cosa minaccia la molteplicità? La violenza, la guerra e si parlerà di questo».

Oltre 1900 gli eventi in programma tra Salone Off (430) e Lingotto (1500). In una superficie di 110 mila mq, la più grande di sempre, sono state organizzate anche la Casa della Pace, dedicata alle iniziative di solidarietà sull’emergenza in Ucraina, e il Bosco degli Scrittori. La lectio inaugurale di Amitav Ghosh ha avuto per tema “I non umani possono parlare?”, sulle questioni ambientali. Nei padiglioni, oltre agli editori classici, ci sono stand di associazioni, giornali, radio, tv, enti di ricerca e istituzionali, come le Regioni (vicini, a ricreare l’antico regno, Piemonte e Sardegna). Non mancano gli stand delle Forze Armate e quello della Polizia di Stato che presenta alcuni “scrittori in divisa”. Esordio al Salone, invece, per le Edizioni della Biennale di Venezia, che dal 2017 ha ripreso in mano la sua attività di pubblicazione di atti e cataloghi, dal 1976 affidata ad altri editori, ma presente sin dalla prima Esposizione d’arte nel 1895.

E tra le arti sono entrate ormai a pieno titolo le strisce disegnate. Un libro ogni dieci venduto nel 2021 nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione è un libro di fumetti, secondo i dati presentati dall’Aie, l’associazione degli editori. Quanto al valore delle vendite, i fumetti pesano per il 5,9% sul totale del mercato di varia (romanzi, saggistica, manualistica e libri per ragazzi). I numeri dei primi quattro mesi indicano che il peso dei fumetti continua a crescere: nel periodo tra gennaio e aprile ha raggiunto il 12,3% sul numero di copie e il 7% sul valore.

E i bimbi gradiscono la loro fetta. Alcuni sono arrivati in treno in composte file indiane, altri sono alunni di scuole locali che hanno fatto meno strada, ma tutti si rincorrono e giocano tra gli stand dove iniziano i dibattiti e le presentazioni dei libri. Per le primarie il giovedì di apertura è stato l’unico giorno possibile per venire, ci spiega una maestra torinese, davanti allo stand della Tunuè. I suoi alunni in maglietta verde stanno compulsando il volume di Giochi e risate del fumettista (ma anche youtuber) Pera Toons, alias Alberto Perugini. Una nuova generazione rispetto a classici come Cipi, il passero curioso raccontato da Mario Lodi, il maestro-scrittore, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita e che è stato ricordato al Salone. La comunicazione di Pera Toons, ci fa vedere l’insegnante, si basa molto sui giochi di parole. Un esempio: un poliziotto che arresta un passante che porta uno strano animale al guinzaglio. «Lei è in arresto per porto illegale di armadillo». Battuta che oggi, in un tempo di armi in azione, ci fa sorridere sì, ma in modo amaro.