Agorà

Televisione. Apostoli, thriller politico

ANGELA CALVINI venerdì 19 febbraio 2016
Gli Atti degli apostoli diventano una serie tv stile House of cards, una sorta di thriller politico della fede. «La Crocifissione è solo l’inizio » recita lo slogan di A.D. Anno Domini, miniserie kolossal in quattro serate in prima tv su Canale 5 a partire da domenica 21 febbraio fino alla Domenica delle Palme. Vedremo tradotti in chiave hollywoodiana gli Atti degli Apostoli e le lettere di san Paolo, col racconto dei principali avvenimenti successivi alla crocifissione e alla Resurrezione di Gesù. Fulcro della serie, prodotta da Roma Downey e Mark Burnett (già produttori della serie dei record La Bibbia vista da cento milioni di persone in tutto il mondo) per Nbc, è la reazione dei leader politici e spirituali della Giudea all’impatto scatenato dalla morte del Figlio di Dio. «Puntiamo la lente d’ingrandimento su una parte spesso trascurata della più grande storia mai raccontata, la Bibbia», spiega ad Avvenire la produttrice Roma Downey, cattolica di origine irlandese, un fratello sacerdote, che col marito Mark ha un obiettivo chiaro: «Attraverso la televisione vogliamo far conoscere specialmente ai giovani il Nuovo e il Vecchio Testamento e fare passare un messaggio: Dio c’è, ti ama e vuole farti felice». E per attirare i telespettatori in A. D. si è scelto il taglio del thriller politico e dell’azione, come pure non mancano gli effetti speciali specie nel momento della Resurrezione di Cristo con tanto di luminosi arcangeli guerrieri. «Noi seguiamo gli Apostoli nei loro momenti di sbandamento, di confusione, di pericolo, di paura, e vedremo come si sono organizzati diffondendo la Buona Novella – dice la produttrice –. La storia del cristianesimo passa attraverso prove molto dure». Che ricordano, in effetti, quelle cui sono sottoposte oggi migliaia di cristiani nel mondo. La Downey promette però rigore filologico: «La storia è avventurosa, ma siamo fedeli al testo. Come nella Bibbia tv cerchiamo di non creare divisioni e di non offendere nessuno, specie gli ebrei. Anzi abbiamo sempre sottolineato la continuità tra l’Antico e il Nuovo Testamento». Il tutto in una cornice da kolossal: un budget di 22 milioni di dollari, una troupe di 400 persone tra attori, comparse e tecnici. Un team di 47 esperti, fra sceneggiatori, teologi, consiglieri e studiosi biblici. Il primo episodio si apre con il processo che condanna Gesù, interpretato dall’attore argentino Juan Pablo Di Pace, per arrivare a una Quattro serate in prima tv a partire da domenica per la miniserie “A.D. Anno Domini”, ispirata agli Atti degli Apostoli e alle lettere di san Paolo Nella foto, da sinistra, Adam Levy (Pietro) e Juan Pablo di Pace (Gesù) crocifissione in stile La Passione di Cristo di Mel Gibson. Non manca nulla, nella ricostruzione, fedelissima alla Passione evangelica, con l’aggiunta di un interessante approfondimento psicologico nei caratteri e nelle discussioni immaginarie degli apostoli fra loro e con una Maria interpretata in modo impeccabile da una dolente Greta Scacchi. Come pure, nella prima puntata, è condotto con equilibrio il dibattito sulla vera natura del Messia tra il cinico sommo sacerdote Caifa e il pietoso Giuseppe di Arimatea che darà degna sepoltura al Cristo. La Resurrezione spariglierà le carte. Nelle puntate seguenti si descrive la nascita della nuova religione grazie all’opera degli apostoli. Questi, tra rivolte, oppressioni e persecuzioni, espandono la comunità cristiana: la loro missione è quella di diffondere gli insegnamenti del Messia prima nella regione e poi anche nelle altre nazioni, oppresse in quegli anni da gravi disordini politici. Cacciati dalle autorità del tempio guidate dal sommo sacerdote Caifa (Richard Coyle) e dai soldati di Ponzio Pilato ( Vincent Regan), per gli apostoli inizia una continua lotta per la sopravvivenza che però non impedirà di proseguire nella propria opera di evangelizzazione. L’incredibile e repentino aumento dei fedeli della Parola di Dio originerà nuove sfide e un’importante crescita per Pietro (interpretato dall’attore britannico Adam Levy visto anche nel Gladiatore di Ridley Scott), Giovanni (con la scelta molto “politically correct” di un attore di colore, Babou Alieu Ceesay) e Maria Maddalena (Chipo Chung), i principali testimoni della fede.