Agorà

L'addio. Anna Marchesini, la vita come infinita parodia

FULVIO FULVI domenica 31 luglio 2016
Quando si trattava di far ridere non risparmiava nessuno, nemmeno se stessa. E si buttava a capofitto, con intelligenza e ironia, negli stralunati personaggi che interpretava, da sola o nel Trio con Massimo Lopez e Tullio Solenghi: la “cecata” signorina Carlo, sora Flora, la cameriera secca dei signori Montagnè, la sessuologa Merope Generosa, tutte rappresentazioni, tra il grottesco e il surreale, del variegato universo femminile che, da laureata in psicologia, sapeva cogliere in ogni sfumatura. Sebbene Anna Marchesini fosse ricoverata in ospedale da un paio di settimane – era afflitta da una grave forma di artrite reumatoide – la sua morte ha colto tutti di sorpresa. La malattia non l’ha risparmiata, è stata fiaccata dalle dure terapie in un fisico esile: aveva 63 anni. Nel maggio del 2015, quando già era malata, le capitò di cadere a terra, sul palco, al termine di uno spettacolo al teatro Rossini di Pesaro: non riuscì a rialzarsi da sola e fu aiutata da una collaboratrice mentre il pubblico continuava ad applaudirla anche a sipario calato: una standing ovation durata più di un quarto d’ora. Anna Marchesini era nata nel 1953 a Orvieto (Terni). Dopo la laurea fece l’esame di ammissione all’accademia di arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma ma, la prima volta, fu bocciata. Si prese una bella rivincita in seguito, nel 2007, quando, dopo essersi diplomata e aver inanellato successi in teatro e televisione, ne sarebbe diventata un’apprezzata insegnante. «È stato il mio sogno entrare in Accademia – diceva – e certe volte salivo in ascensore fino al quinto piano, salivo in “paradiso” solo per sentire l’odore». Il battesimo del palcoscenico arrivò nel 1976 con Il borghese gentiluomo di Molière, sotto la guida di Tino Buazzelli. Subito dopo Mario Scaccia la chiamò per una parte nel suo Trilussa bazar. Ma è con il Trio, attivo dal 1983 al 1994, che Anna Marchesini ottenne grande popolarità. L’esordio su Radio 2: i tre comici avrebbero dovuto fare dalla sede di Genova tredici puntate di un varietà del sabato mattina, ma ne fecero cinquantadue... a furor di popolo. Nel cinema si distinse come doppiatrice: nel 1980 di Judy Garland nell’edizione restaurata del Mago di Oz e poi in numerosi ruoli di cartoni animati. Nel sodalizio con Lopez e Solenghi approda a Domenica inpartecipando a quaranta puntate. Nel 1990 con la parodia dei Promessi sposì, in cinque puntate su Rai 1, il Trio fa un ascolto medio incredibile: tredici milioni di spettatori. Nel 1996-1997, con Solenghi all’Eliseo di Roma, è protagonista della commedia Due di noi. Nel 2008 torna in tv per celebrare i venticinque anni di attività del Trio dando vita allo spettacolo Non esiste più la mezza stagione. L’ultimo lavoro, tratto dal suo libro Moscerine, è stato Cirino e Marilda non si può fare, in scena al Piccolo Teatro di Milano nel marzo scorso. «Come attrice è stata un prodigio, ma mi piace ricordarla come un’amica, una sorella con la quale ho condivo dodici anni della mia carriera», è il commento di Tullio Solenghi alla notizia della sua morte. «Provo un grande dolore, con lei se n’è andata la luce del Trio», ha detto Massimo Lopez, ricordando di aver continuato a frequentarla e a riderci insieme anche dopo. «Anna ha ironizzato pure sulla sua stessa patologia, esorcizzandola e dando a noi tutti un grande esempio». «Mi affascinano il lato ridicolo dell’esistenza e della morte», aveva detto l’attrice parlando della sua malattia. «Soffriva tanto, ha vissuto per la figlia, è stata una mamma coraggiosa ed appassionata» è il commento di Pippo Baudo. Anna Marchesini lascia la figlia Virginia di ventitré anni. I funerali si svolgeranno domani alle 16.00 a Orvieto, in forma privata, nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea. Rai Premium ricorda l’attrice stasera con I promessi sposi. Domani, su Rai 2, Sketch point (ore 23.30) e, su Rai 5 in prima serata lo spettacolo teatraleUna patatina nello zucchero.