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Olimpiadi 2024. Amburgo, anno zero

Andrea Galli mercoledì 18 novembre 2015
Alfons Hörmann, presidente del Comitato olimpico nazionale, esibisce un inscalfibile ottimismo: «Lo sport creerà speranza dove attualmente vediamo orrore e disperazione». Così Christoph Holstein, assessore allo Sport del comune di Amburgo: «Ospitare il mondo in una città, nella pace, nell’armonia… quello che abbiamo intenzione di fare è doppiamente motivato ora». Tutto ok, insomma. Apparentemente. Dietro le dichiarazioni di ufficio, infatti, c’è anche inquietudine: l’onda sismica degli attentati di Parigi è arrivata fino ad Amburgo, rendendo assai più incerto l’esito del voto del prossimo 29 novembre. L’ultima domenica del mese sarà infatti quella in cui la seconda città della Germania – 1,3 milioni di abitanti – deciderà con un referendum se partecipare ufficialmente alla competizione per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2024. Aventi diritto al voto saranno tutti i cittadini al di sopra dei sedici anni, che nelle scorse settimane hanno ricevuto a casa la scheda del voto con allegate due brochure, una stilata dal comitato a favore di “Olympia 2024” e uno dal comitato che riunisce le voci contrarie. Si può già votare per posta o ci si potrà recare nei duecento seggi che verranno allestiti. Sondaggi di settembre davano i “pro” in netto vantaggio, stimati al 62%, ma si sa che i sondaggi valgono fino a un certo punto e nel frattempo più di un’ombra è passata sul sogno olimpico anseatico. La questione dell’accoglienza di profughi e migranti si è acuita in Germania: c’è chi teme che il gigantesco cantiere delle Olimpiadi possa essere un magnete per moltitudini di lavoratori a basso costo di origine straniera, con tutte le ricadute sociali del caso, e chi, come il sindaco so- cialdemocratico Olaf Scholz, lo vede invece come un’opportunità per offrire un impiego a migranti destinati ad arrivare ugualmente. Lo scandalo montante sul comportamento tenuto dalla Germania per ottenere i Mondiali di calcio del 2006, con i sospetti di corruzione che hanno portato alle dimissioni del presidente della Federcalcio tedesca, Wolfgang Niersbach, e hanno lambito un’icona non solo sportiva come Franz Beckenbauer, non ha giovato. Infine, appunto, lo spettro del terrorismo. Nonostante il 2024 sia lontano e gli scenari geopolitici da qui a nove anni siano semplicemente imprevedibili, una cosa è comunque già chiara: nel progetto stilato per Olympia 2024 i costi per la sicurezza sono stati stimati in 461 milioni di euro. Troppo pochi a detta ormai dei più. Nei piani iniziali per le Olimpiadi di Londra 2012 fu preventivata una cifra simile, ma il conto finale fu di più di un miliardo di euro. Il prossimo anno alle Olimpiadi di Rio de Janeiro il governo brasiliano metterà sul campo 85mila agenti per la sicurezza, di cui 38mila soldati. Il doppio del personale impiegato a Londra. Insomma, tutto sta a indicare che se c’è una voce di spesa destinata nel tempo a lievitare enormemente è proprio questa. E c’è poco da fare, è sempre sui costi che si gioca davvero la partita olimpica. O meglio, su un calcolo acrobatico tra costi presunti (e con nove anni di anticipo...), ricavi materiali altrettanto presunti (comunque sempre largamente al di sotto delle uscite) e ricavi immateriali, che è impossibile quantificare e insetedesca rire con precisione in un bilancio. Gli organizzatori prevedono un costo complessivo di 11,2 miliardi, di cui 7,4 di spesa pubblica, a carico dei contribuenti: 1,2 dei cittadini di Amburgo, 6,2 del resto del resto dei tedeschi. A parte il fatto che, come sottolineano i fautori del “no” alle Olimpiadi, da parte del Governo federale c’è stato finora un impegno di massima, ma ancora nessun stanziamento ufficiale e deliberato, più di un miliardo per una città non enorme come Amburgo è un investimento non di poco conto. Cosa aspettarsi in cambio? I fautori del “sì” sottolineano soprattutto la riqualificazione dell’area portuale di Grasbrook, dove sorgerebbe il villaggio olimpico; il piano di ammodernamento infrastrutturale che dovrebbe portare Amburgo a essere all’avanguardia nel mondo in quanto a trasporti pubblici, soprattutto a misura di anziani (la società sa rapidamente invecchiando) e disabili. Quindi l’evento sportivo planetario, che dovrebbe diventare un volano per il turismo, dare un agognato ritorno di immagine, attirare investimenti ecc. A sostenere tutto ciò sono pressoché tutte le forza politiche della città, a eccezione della sinistra radicale, Die Linke, le associazioni degli industriali e dei commercianti, le principali realtà sportive. Insomma, l’establishment cittadino. Contro, si può dire, voci trasversali, della cosiddetta società civile come dell’industria e dei media, ambientalisti – anche se non compattamente: i verdi fanno parte del coalizione di maggioranza – e molti, parecchi cittadini. Soprattutto quelli over 60 sarebbero in netta maggioranza contrari. E i motivi sono il timore per un aumento dell’immigrazione, per la speculazione edilizia e l’impennata del prezzo degli immobili – come accaduto a Londra – , per lo sconvolgimento dell’assetto urbano, il possibile tilt della città a fronte di 4 milioni di visitatori attesi in sei settimane. Sullo sfondo brucia anche una ferita non del tutto rimarginata e che molti vedono come monito a progetti troppo ambiziosi: la vicenda della Elbphilarmonie. Si tratta del faraonico complesso per ospitare concerti divenuto uno de principali scandali nel settore dell’edilizia in Germania. Doveva essere inaugurato nel 2010 e costare 77 milioni di euro. L’apertura è stata rimandata più volte, l’ultima data comunicata è il 2017, mentre i costi sono saliti a oltre 700 milioni di euro, un miliardo secondo altre stime, facendo entrare questo edificio di 110 metri di altezza nella classifica dei dieci grattacieli più costosi al mondo.  Un altro segnale che molti invitano a non sottovalutare è quello mandato dal Sankt Pauli, la seconda squadra di calcio della città, che quest’anno milita nella seconda divisione della Bundesliga, e che con il suo azionariato popolare, con la sua storia fatta di passione e coinvolgimento civico, è considerata un modello fra le società sportive in Germania. Ebbene, pochi giorni fa, i soci del Sankt Pauli hanno votato contro Olympia 2024. D’altra parte forti sono le aspirazioni di Amburgo a diventare la terza città tedesca della storia, dopo Berlino nel 1936 e Monaco nel 1972, a far da palcoscenico per la più importante e internazionale fra le manifestazioni sportive. E se Berlino, la capitale, fa storia a sé, nei confronti di Monaco e della Baviera, del “polo sud” del Paese, con la sua ricchezza e la sua immagine di forza e produttività, c’è uno spirito di emulazione, se non di tacita revanche.