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Musica. Allevi: «La mia musica nata al buio»

Angela Calvini giovedì 19 ottobre 2017

Il pianista e compositore Giovanni Allevi

«Stavo dirigendo un concerto in Giappone lo scorso giugno quando ho subito un grave distacco della retina. Ho gridato a voce alta in giapponese “Gambatte!”, coraggio, e ho proseguito il concerto fino in fondo. La mattina dopo sono stato operato d’urgenza. Sono dovuto restare per un lungo periodo al buio e quasi tutti i brani per piano dell’album sono stati composti in quei giorni». Così il pianista e compositore Giovanni Allevi racconta la genesi del suo nuovo doppio album Equilibrium (in uscita il 20 ottobre) composto dall’artista 48enne durante un sofferto periodo di forzato riposo al buio in seguito a una delicata operazione agli occhi.
«Porto ancora delle conseguenze di quell’episodio, fra un anno si saprà se avrò ripreso completamente la funzionalità dell’occhio. Ma l'ottimismo non mi manca. In Scent of you, profumo di te, composta al buio, racconto la riscoperta di nuove facoltà attraverso cui orientarmi, come il tatto, l’udito, l’olfatto».

Equilibrium racchiude le anime di pianista, compositore e direttore d’orchestra dell’artista ed è diviso in due parti: il Cd1 composto da 10 tracce di cui 5 eseguite da Allevi al pianoforte solo e 5 dove è accompagnato dagli Archi dell’Orchestra Sinfonica Italiana; Orchestra protagonista coi suoi 60 elementi invece nel Cd2 che vede la partecipazione del virtuoso pianista americano Jeffrey Biegel nel primo Concerto per Pianoforte e Orchestra Sinfonica del compositore, sotto la direzione dello stesso Allevi. La première di album e tour si terrà il 15 novembre al Teatro dal Verme di Milano con l’Orchestra Sinfonica Italiana.

Nell'album c'è anche un brano dedicato al terremoto dell'anno scorso vissuto dall'artista. «La scossa è arrivata violentissima e molto lunga nella notte fra il 24 e il 25 agosto dell’anno scorso. Ero nella mia casa di Ascoli Piceno con la mia famiglia, miracolosamente è rimasto tutto in piedi. Ma il giorno dopo, alla notizia di interi paesi e di centinaia di vite distrutte sono rimasto sconvolto e senza parole. Ed ho scritto quella mattina stessa questo brano, No words appunto». «Il pianoforte ricorda l’andamento della scossa che accompagna una melodia struggente per archi che si fa sempre più ampia, come il dolore che piano piano è riuscito a uscirmi da dentro dove era compresso - prosegue Allevi -. Mio padre è di Acquasanta, paese distrutto insieme ad Amatrice, Accumoli e tanti altri. Sono tornato a vederli e non riesco ancora a capacitarmi che i paesi dove ho giocato nella mia infanzia non ci siano più. Vedo ancora il terremoto negli occhi delle persone, i miei stessi parenti non riescono a riprendersi. L’ultima nota è un accordo maggiore che dà speranza: la cosa più bella che ho visto è stata il rinascere della solidarietà fra le persone».