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L'allarme del nuovo commissario alla tutela dei minori online del governo australiano. «Sui social i pedofili rubano le foto dei vostri figli»

Gigio Rancilio mercoledì 30 settembre 2015
Da tempo si discute se sia o no dannoso pubblicare le foto dei bambini su Facebook. Fino ad oggi, però, la questione sembrava riguardare soprattutto aspetti come la privacy e il rispetto dei minori. A dare una svolta decisa e drammatica al dibattito è l’allarme lanciato da Alastair MacGibbon, nuovo commissario alla tutela dei minori online del governo australiano, attraverso un articolo pubblicato dal Sydney Morning Herald. Ciò che dice fa venire i brividi: “Abbiamo scoperto che metà del materiale trovato su alcuni siti web pedofili è stato rubato ai profili social di genitori ignari, i quali avevano postato foto dei loro bambini in attività innocenti”. Si tratta – ha spiegato MacGibbon – “di decine di milioni di foto di bambini che fanno attività quotidiane come il nuoto, sport o compiti a casa”.Le immagini erano state catalogate dai pedofili, ottenendo moltissime visualizzazioni. “Accompagnate da commenti molto espliciti e a sfondo sessuale, quegli scatti innocenti sono diventati strumenti di eccitazione per pedofili”. L’esperta di sicurezza informatica Susan McLean non ha dubbi: “Quando i genitori o chiunque altro pubblica qualcosa online, ne ha di fatto perso il controllo. Non importa dove si trovi – sui social o sul web – ciò che si posta in Rete può essere facilmente rubato. Non importa quanto sia innocente la foto, i predatori prima o poi cercheranno di prenderla”.Ma allora, come possiamo difenderci?La strada più semplice è quella di non postare più foto di bambini sui social. Ma se proprio volete continuare a farlo, usate Facebook creando dei gruppi ristretti (solo i familiari, solo alcuni amici eccetera) e date solo a loro la possibilità di vedere quegli scatti. Attenti però: seuno solo dei vostri parenti o amici invitato condividerà la foto in pubblico sul proprio profilo, tutto sarà stato vano. Quello scatto sarà alla mercè di chiunque.