Agorà

Fede e società. Al Festival Biblico per tornare a sperare in cielo e terra nuovi

Romina Gobbo venerdì 22 aprile 2022

Un momento della tappa vicentina dell'edizione 2021 del Festival Biblico

«Quando abbiamo cominciato a ragionare sul tema del Festival biblico 2022, si pensava che stavamo lasciandoci alle spalle la pandemia da Covid-19. Si cominciava a intravedere la luce. La scelta del titolo 'E vidi un nuovo cielo e una nuova terra' (Ap 21,1), andava proprio in questa direzione. Nell’Apocalisse la comunità cristiana vive la persecuzione, ma Dio non abbandona il suo popolo e non lascia che il mondo sprofondi nella catastrofe. Non avremmo allora mai immaginato che ci saremmo ritrovati con una guerra alle porte». Sono le parole con le quali don Roberto Tomasi, presidente del Festival per la diocesi di Vicenza, ha aperto ieri la conferenza stampa di presentazione della diciottesima edizione di un evento consolidato, che coinvolge sei diocesi ( Vicenza, Verona Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso), 21 città di provincia, nonché molti partner e sostenitori. Dal 5 al 29 maggio, teologi, biblisti, rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte, ciascuno con il proprio linguaggio, condurranno le comunità a riflettere partendo dalle Scritture per provare a capire il presente, nella consapevolezza che «bisogna lottare per costruire la pace, ma non con le armi, bensì con le forze della solidarietà », ha concluso don Roberto. Diciotto anni portano con sé un ricco bagaglio di esperienza, ma anche la fatica della ricerca di idee nuove. «All’organizzazione del programma concorrono sei diocesi, significa che il gioco di squadra funziona. Tutti lavorano per far sì che il Biblico resti un unico festival, seppur diffuso nel territorio, seppur nelle diverse declinazioni », ha detto don Ampelio Crema, presidente del Festival per la Società San Paolo. La prima novità del 2022, salutata da tutti come un segno di speranza, è che il festival torna dal vivo, con un programma di oltre 150 eventi, disegnato su quattro prospettive principali: biblico-esegetica, con gli appuntamenti di approfondimento sul testo di Apocalisse; antropologico- filosofica, per riflettere sul senso e le dimensioni del tempo; geopolitica, che si concentra sull’invito di Apocalisse a vivere il tempo presente; linguistica, strettamente connessa a concetti chiave come libertà, scelta, coerenza e responsabilità. Tra le altre iniziative: il fine settimana di 'Festival biblico in villeggiatura' (18 e 19 giugno), alla scoperta del delta del Po, dove le parole d’ordine saranno silenzio e contemplazione e, nella seconda metà del mese di ottobre, il nuovo format 'Scuola del pensare', che proporrà un momento formativo sul contenuto biblico/culturale, con l’obiettivo di incentivare l’uso del pensiero critico per leggere la complessità contemporanea. Dalla sua nascita nel 2004, il Festival biblico ha inteso essere inclusivo di tutte le confessioni religiose, proponendo tavole rotonde di confronto e conoscenza reciproca, quest’anno ciò si è declinato nella realizzazione del podcast in cinque episodi dal titolo 'Credo. Geografia delle fedi': interviste a trentaquarantenni appartenenti alle varie comunità religiose del territorio (per l’ascolto: www.festivalbiblico.it). Rifacendosi alle parole di papa Francesco, il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, ha augurato agli organizzatori che anche le riflessioni nell’ambito del Festival biblico aiutino a costruire una nuova prospettiva, una «novità radicale », ovvero «uscire dallo 'schema Caino' per utilizzare lo 'schema Cristo'».