Agorà

Crimini nazisti. 70 anni fa le prime sentenze del processo di Norimberga

Vincenzo Grienti giovedì 20 ottobre 2016
Norimberga, 1945. Una città distrutta dalle bombe degli Alleati accoglie il processo ai gerarchi nazisti, responsabili dei campi di concentramento e dello sterminio degli ebrei. A Norimberga resta in piedi il Palazzo di giustizia e le carceri. Da qui la scelta di tenere il procedimento giudiziario nel centro tedesco, simbolo del regime creato da Adolf Hitler.
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Un anno dopo, nell’ottobre 1946, il Tribunale militare Internazionale per i crimini di guerra emette decine sentenze. Le prime condanne sono nei confronti di 22 alti gerarchi nazisti chiamati a rispondere delle atrocità commesse durante il secondo conflitto mondiale. Quattro i principali capi d’accusa: la partecipazione a un piano contro la pace; crimini particolari contro la pace; crimini di guerra; crimini contro l’umanità. Il processo attirò nella città tedesca centinaia di cronisti, intellettuali e scrittori che davanti alle deposizioni si chiesero con forza perché tutto questo male. Tra questi anche Hanna Arendt, giornalista e autrice di libri come “La banalità del male” e “La menzogna in politica”. Le sentenze condannarono all’impiccagione Hermann Goering, Joachim von Ribbentrop, Wilhem Keitel, Alfred Rosenberg, Hans Frank, Ernst Kaltenbrunner ed altri. Ergastolo invece per Rudolf Hess ed Erich Reader; 20 anni di reclusione per Baldur von Shirach e Albert Speer mentre 15 anni per Konstantin von Neurath; 10 anni per Karl Donitz. Assolti invece Hjalmar Schact, Franz von Papen, Hans Fritzsche. Le pene capitali furono eseguite a metà ottobre. Goering però riesce a sfuggire alla pena capitale avvelenandosi con il cianuro. Furono solo i primi condannati di un lungo processo che proseguì fino alla fine degli anni Quaranta e che ebbe come imputati anche nazisti considerati minori nella scala gerarchica del potere costruito dal Fuhrer.