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Televisione. 1992, Tangentopoli fra cronaca e fiction

Antonio Maria Mira martedì 24 marzo 2015
«Il libero mercato non interessa a nessuno. Ci si spartisce gli appalti e poi si paga ai partiti. Tutto partiva dagli imprenditori, facevano la fila da me». Non è l’intercettazione telefonica di una recente inchiesta di corruzione ma uno dei passaggi chiave della prima puntata di "1992" la serie televisiva, in onda da questa sera, e per dieci episodi, su Sky Atlantic HD. Storia di tangentopoli e dell’inchiesta "mani pulite", e la frase infatti la pronuncia Mario Chiesa, l’esponente socialista il cui arresto il 17 febbraio con la mazzetta in tasca diede il via a questa stagione. Una stagione ben raccontata. C’è il clima festoso e fastoso della "Milano da bere", ma anche cupo, amorale, dove col denaro si compra tutto, dai politici alle donne (con qualche eccesso di scene di sesso esplicito). C’è il clima di pretesa impunità che crolla sotto i colpi delle inchieste. C’è il clima prima convulso e poi da vera macchina da guerra del palazzo di giustizia milanese. «Benvenuti a tangentopoli chi non se la sente quella è la porta. Qua facciamo la storia. Rock and roll», dice ai suoi uomini Antonio Di Pietro, interpretato da Antonio Gerardi. C’è la sua tecnica innovativa di interrogatorio. E ancora il boom della Lega, proprio al fianco dei magistrati. E c’è anche il ruolo dell’informazione, con gli strettissimi rapporti tra cronisti, magistrati e poliziotti, comprese le notizie riservate sugli arresti passate in un bar vicino al tribunale (ben noto allora).Realtà raccontata con ritmo incalzante, buone interpretazioni e molta corrispondenza ai fatti. Ma c’è anche la fiction, sei personaggi di fantasia che accompagnano quelli reali, intrecciando le loro storie alla cronaca. «Quel periodo non era mai stato raccontato – spiega Stefano Accorsi che intepreta il principale di loro, Leonardo Notte, esperto di marketing di Publitalia, ma che è stato anche l’ispiratore della serie –. Bisognava aprire quella porta e entrarci. Ci sono dunque personaggi reali, ben documentati ma anche personaggi cinematografici, tutti ambigui, in un evoluzione che viene dalla loro vita». Luci e ombre, buoni che diventano cattivi e viceversa, senza una netta separazione. Nella realtà e nella fantasia. Come il poliziotto ammalato di Hiv per una trasfusione infetta che approfitta dell’inchiesta sulle tangenti per vendicarsi dell’imprenditore del settore sanitario che ritiene responsabile (ricorda il famoso Poggiolini). Il militare reduce dall’Iraq che diventa deputato leghista per poi occuparsi dei commilitoni contaminati dall’uranio impoverito. O un altro poliziotto sempre alle prese coi debiti che finisce per ricattare Notte.Fantasia ma neanche tanto. Proprio Notte, come personaggi reali, ha un passato nell’estrema sinistra e un presente al fianco dei poteri economici. «Non ho votato, la politica non mi interessa. I politici sono come i detersivi», spiega. E con questo spirito accetta l’incarico di andare a Roma «per vedere chi sono i detersivi», come gli dice Marcello Dell’Utri, interpretato da Fabrizio Contri. Una presenza continua quella del presidente di Publitalia, braccio destro di Berlusconi Anche se nelle cronache comparirà più tardi del 1992. Qui lo ritroviamo da subito e molto attento alle inchieste milanesi. «Dobbiamo salvare la repubblica delle banane», dice ad Accorsi-Notte, dopo avergli raccontato del colpo di stato organizzato dagli americani in Guatemala per salvare gli interessi dell’United fruit. Una presenza che sembra anticipare le prossime serie, dedicate al 1993 e al 1994, gli anni delle stragi di mafia e della scesa in campo di Berlusconi. E non è certo un caso che in una scena si veda Dell’Utri, condannato definitivamente nel 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre, immobile di schiena, guarda un grande schermo tv sui cui scorre la notizia dell’uccisione di Salvo Lima. Mentre nei successivi episodi troveremo i rapporti tra "mani pulite" e Giovanni Falcone. Mentre Berlusconi è già comparso, in un’intervista di repertorio in cui parlando del Milan parla di politica, e in una scena di fantasia nel bagno di un locale assieme proprio a Notte, quando gli consiglia di «pulire sempre».Fantasia e storia, fianco a fianco. Per raccontare, spiegano gli autori, «una grande occasione di cambiamento dopo anni di immobilismo, per l’Italia e per i nostri personaggi». Un «momento di grande speranza, ma poi all’indignazione è subentrata la stanchezza. Mentre parti politiche che sostenevano mani pulite l’hanno poi attaccata», aggiunge Accorsi amaramente: «Ci vorrebbe continuità, una politica di cambiamento per combattere con grande rigore una mentalità di malcostume». Ma è cronaca d’oggi.