giovedì 16 novembre 2023
Troppi adolescenti sovraesposti al web in un Paese quart'ultimo nelle competenze digitali dei ragazzi. L'allarme di Save the Children nella XIV edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio in Italia
L'Italia è quart'ultima in Europa per competenze digitali dei 16-19enni

L'Italia è quart'ultima in Europa per competenze digitali dei 16-19enni - Gianfranco Ferraro per Save the Children

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Ha lo smartphone in mano tutti i giorni un bambino su tre già nella fascia di età fra 6 e 10 anni. Quasi la metà degli adolescenti (il 47%) tra gli 11 e i 19 anni dice di passare 5 ore al giorno con lo sguardo sul display. E 8 su 10 (il 78,3%) usa internet tutti i giorni, soprattutto attraverso il telefonino. Ma quello che sorprende di più, forse, è che addirittura uno su 6 tra i piccolissimi tra 11 e 15 mesi venga "parcheggiato" davanti a tv, monitor del pc, tablet e telefonini, per almeno un’ora al giorno. Una sovraesposizione digitale che non sembra bilanciata da competenze adeguate, se l'Italia è quart'ultima in Europa per competenze digitali dei 16-19enni. Da noi la quota di ragazzi con scarsa o nessuna competenza è del 42%, contro una media europea del 31%. Gli italiani con elevate capacità digitali sono il 27%, quando i francesi sono il 50% e gli spagnoli il 47%. Uso smodato e scarse competenze. Il tutto aggravato da squilibri territoriali: il dato medio italiano nasconde ampi divari, con il Sud che ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52%) e il Nord e il Centro più vicini ai valori medi europei (34% e 39%).

È una fotografia della vita "datificata" dei bambini di oggi - e allo stesso tempo un invito a vigilare - il XIV Atlante dell’infanzia a rischio in Italia titolato “Tempi digitali”, diffuso da Save the Children in vista della Giornata mondiale per l’infanzia e l’adolescenza del 20 novembre. La passione per il digitale dopo la pandemia è aumentata tra i 6 e 10 anni, per colpa evidentemente dall'isolamento forzato, passando dal 18 al 30% tra 2019 e 2022. Nonostante il limite di legge di 13 anni per iscriversi ai social, quasi il 41% degli 11-13enni li usa barando sull'età (47% le femmine, 34% i maschi). E il rapporto coi social, per il 13,5% dei ragazzi di 11-15 anni, diventa problematico, trasformandosi in vera e propria dipendenza, percentuale che aumenta al 24% per i videogiochi: ansia, depressione e obesità i rischi connessi a questi abusi. «L’entrata in vigore il 21 novembre della delibera dell’Agcom, quella con cui le sim intestate ai minori non avranno più accesso a contenuti inappropriati, deve rappresentare solo il primo passo di un piano più ampio per un ambiente digitale a misura di bambini, bambine e adolescenti», sottolinea Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, usata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social (79%) - con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat - e l'uso dei videogiochi (72,4%).

E nonostante le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, accolte anche in Italia dalla Società Italiana di Pediatria che invita a non utilizzare dispositivi digitali per i bambini di età inferiore ai 2 anni, secondo una recente indagine dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti allo schermo di tv, pc, tablet o smartphone, anche se per la maggior parte per meno di un'ora al giorno. Livelli di esposizione che crescono con l'aumentare dell'età, oltre 1 bambino su 6 tra undici e quindici mesi è esposto a schermi almeno un'ora al giorno, il 3% per tre ore e più al giorno. «La rete internet non è stata pensata per l'infanzia. Le sue regole, i suoi algoritmi, i suoi business non sono disegnati per accogliere i bambini e gli adolescenti che oggi la popolano. È urgente ridisegnare gli ambienti digitali per farli diventare spazi sicuri», spiega ancora Raffaela Milano.

L'Italia sconta ancora ritardi e carenze sulla strada per la transizione digitale, collocandosi al 18esimo posto tra i 27 stati membri dell'Ue rispetto alla digitalizzazione dell'economia e della società. Per quanto riguarda la connettività, le famiglie con accesso alla banda ultra larga a fine 2022 erano il 52% (nel 2016 erano l'8%), con Milano in vetta alla classifica (86,6%) e Isernia in fondo (32,4%).

Secondo Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children «tra opportunità e rischi, questo Atlante dell’Infanzia vuole essere una fotografia delle luci e delle ombre che le nostre ragazze e i nostri ragazzi stanno affrontando nel percorso lungo le autostrade digitali. C’è chi è stato messo nelle condizioni di percorrerle in fretta e di evitare gli ostacoli, chi con quegli ostacoli si è scontrato e chi, invece, quelle autostrade le vede solo da lontano». Per la dg di save the Children «la pandemia da Covid-19 ha segnato un punto di svolta nella transizione digitale: se da un lato la tecnologia ha acquisito una sempre maggiore importanza in ogni sfera di vita dei bambini con un aumento del tempo passato di fronte agli schermi di pc e tablet, dall’altra molti studenti risultano privi delle necessarie competenze per affrontare il mondo digitale. Occorre pertanto un’accurata analisi dei bisogni e delle lacune esistenti, unita a un intervento per contrastare la povertà educativa digitale: la tecnologia può e deve essere una grande opportunità di sviluppo e di democrazia, ma va resa universale e usata secondo regole condivise, altrimenti rischia di acuire le diseguaglianze».



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