sabato 2 marzo 2024
Calo demografico, cliniche attrezzate, donne disponibili, pressione delle lobby: il Parlamento rivede la legge che 8 anni fa diede un giro di vite all'utero in affitto. Tornano i soldi e il "turismo"
Dietrofront Thailandia: legale anche per stranieri e a pagamento
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A otto anni dalla promulgazione della legge per la protezione dei bambini nati con tecniche di riproduzione assistita, la Thailandia si prepara a una svolta netta, a partire dall’apertura a stranieri che intendano beneficiare della pratica dell’utero in affitto utilizzando donne thailandesi o non thailandesi.

La legge, introdotta nel 2016 per affrontare problematiche che andavano dallo sfruttamento commerciale all’abuso delle necessità di molte donne, dalla concessione a coppie regolari e non come pure a coppie omosessuali, fino e al rischio di una vera e propria tratta di madri surrogate e di minori nati dall’affitto di un grembo, va verso una sostanziale revisione, al momento affidata a una commissione governativa.

Trattamenti per ottenere figli tramite surrogazione di maternità sono al momento disponibili in Thailandia in 67 cliniche e 31 ospedali privati, oltre che n 17 ospedali pubblici, ma secondo la legislazione oggi in vigore i servizi di maternità surrogata sono esclusivamente destinati a cittadini thailandesi ed è vietato ogni scambio di denaro che possa ipotizzare una qualche forma di commercializzazione.

Tuttavia, dopo anni dalla proibizione, davanti a un calo consistente delle nascite (nel 2023 solo 500mila contro 800mila decessi su una popolazione di 68 milioni) e pressioni di lobby locali e internazionali, i responsabili della Sanità, e per loro tramite la politica, sono giunti probabilmente alla conclusione che l’ampia disponibilità di strutture per le varie forme di maternità indotta e “di standard internazionale” potessero essere nuovamente disponibili per incentivare quella che il responsabile del Dipartimento per il sostegno ai Servizi sanitari ha definito «economia della salute» e, con particolari accorgimenti, per contrastare «il traffico di esseri umani».

«Se la legge sarà approvata – ha indicato Arkhom Praditsuwan, vice-direttore del dipartimento – sarà la prima a mondo nel suo genere». «Gli stranieri sono particolarmente attenti a questo tema a questo tema e se ci dovesse essere la liberalizzazione l’economia della salute ne riceverà un forte impulso».

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