Un po' Contadino cerca moglie e un po' Collegio. Alla fine un po' meglio di tutti e due. Parliamo di Wild teens - Contadini in erba, il docu-reality in sei puntate che si è concluso mercoledì sera su Nove dopo essere stato anticipato su Discovery+, la piattaforma on line dov'è ancora visibile. Wild teens, alla lettera «Adolescenti selvaggi», racconta di dodici ragazzi, maschi e femmine, tra i 14 e i 17 anni, che hanno vissuto per un mese in una cascina di campagna, lavorando nei campi e accudendo gli animali, rinunciando alle loro comodità e soprattutto all'oggetto impossibile da abbandonare a quell'età: lo smartphone, l'amato telefonino. Svogliati, viziati e ribelli, a volte irresponsabili, i dodici, sotto la guida di un severo fattore, hanno pian pian iniziato a svegliarsi all'alba, a zappare la terra e a mungere il bestiame per imparare come si gestisce un'azienda agricola. Per nessuno di loro è stato facile, soprattutto per i sei eliminati strada facendo. Chi ce l'ha fatta ad arrivare in fondo ha comunque ammesso di aver vissuto un'esperienza indimenticabile, di aver capito l'importanza del lavoro e delle regole, facendo tesoro della massima che il fattore ripete a ogni piè sospinto: «Quel che semini raccogli». Ovviamente, come in tutti i docu-reality c'è scrittura e c'è montaggio, niente è lasciato al caso, ci sono anche le immancabili storielle d'amore o giù di lì. Però, almeno uno degli intenti di Contadini in erba è positivo: far scoprire alle nuove generazioni il valore della terra, della vita all'aperto e del contatto con la natura, quindi della salvaguardia dell'ambiente, ricordando anche che la maggior parte dei loro nonni o dei loro bisnonni viene proprio dalla campagna. Anche il premio finale per i sei “sopravvissuti”, un viaggio in Indonesia, è in chiave solidale.
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