Rimpiango il calciomercato di un tempo soprattutto perché quando m'aggiravo per gli eleganti e raffinati saloni dell'Hotel Gallia, “inventato” dal Principe Lanza di Trabia, o del supermoderno Hotel Hilton, dominato da Italo Allodi, ero giovane. Eppoi perché in quel breve periodo dato alle compravendite a fine campionato si decidevano davvero le sorti delle squadre e si registravano storici acquisti e cessioni per volontà di Padroni del Vapore autorevoli e danarosi ancorché, talvolta, pazzi da legare. Come spesso accade, da quei giorni radiosi siamo passati ai tediosi giorni delle sparate gratuite e delle bufale milionarie ma, soprattutto, all'allestimento di un teatrino mediatico che si trascina stancamente un po' tutto l'anno promettendo Bombe & Campioni quasi sempre sostituite da Sbadigli e Bidoni. Certo non me ne dolgo, visti i tempi che corrono: non per senso del pudore o buongusto ma solo per una Sana Botta di Miseria ci è stato impedito di registrare spese folli mentre l'Italiano tira la cinghia; e non c'è supertifoso che tenga davanti alla prospettiva di fame e disoccupazione. Non sta facendo follìe Massimo Moratti, che anzi cerca di piazzare il costoso ribelle Wes Snejider nella Turchia toccata da insolito benessere; non ne fa Berlusconi che, dopo aver saggiamente chiesto scusa a Balotelli per la gratuita offesa portata a lui e alla sua famiglia (immagino quanto abbiano goduto i genitori di Supermario a sentirlo definire «mela marcia»), sta vendendo qualche gioiellino di famiglia per portarselo a Milano, magari insieme al mitico Beckham ch'è sempre un interessante prodotto di marketing. Né ci si aspettino follìe da De Laurentiis, uno dei pochi che ha soldi da spendere ma preferisce farsi dire intelligente piuttosto che scialacquatore, salvo tenersi stretto - fin che potrà - il favoloso Cavani. Eppure, intorno a questo rumoroso nulla nascono migliaia di pagine di giornali, decine di trasmissioni radiotelevisive e centinaia di esperti che potrebbero con la stessa disinvoltura gestire gli oroscopi e i numeri del lotto, affidandosi magari al volo degli uccelli. Fate caso che fino ad oggi si sono registrate, sul fronte del calcio internazionale, tre sole notizie: Pato al Corinthians, un'emozione soltanto per Lady Barbara; Pepito Rossi alla Fiorentina, e nessun abile cronista ne era a conoscenza; Guardiola al Bayern, anticipazione fornita dalla più tradizionale e meno strillata trasmissione televisiva, la Domenica Sportiva. Per il resto, non oso pensare cosa ci possa essere - ad esempio - dietro la cessione di Calaiò al Napoli da parte dell'inguaiatissimo Siena: o il giocatore non vale nulla e Mazzarri continuerà a preferirgli Insigne II, o i toscani, già colpiti da pesante penalizzazione, hanno deciso di serenamente retrocedere. Mi sento di escludere - seguendo il ragionamento - che il “povero” Genoa ceda Immobile alla ricca Juve che dovrà rinunciare anche al Gabbiadini del “poverissimo” Bologna. Per il quale registro una rara buona notizia: l'uruguagio Gaston Ramirez, ceduto fra singhiozzi e lagrime al Southampton per dieci sonanti euromilioni, sta per tornare a casa. Non ha imparato l'inglese.
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