Nel titolo Christian la “t” è una croce (se non bastasse il nome scritto con l'“h”). Sin dal logo, dunque, la nuova serie di Sky Original (da ieri sera in onda su Sky Atlantic e su Now con i primi due dei sei episodi previsti) ci dice che siamo di fronte a una storia che rimanda in qualche modo a Cristo o forse all'Anticristo, vista la sequenza iniziale con immagini di sangue e di animali e la voce fuori campo che cita l'Apocalisse. Dopo di che i primi fatti narrati sembrano avere poco a che fare con il trascendente. I cazzotti che sferra l'energumeno Christian, picchiatore al soldo del boss di un quartiere alla periferia di Roma, hanno molto dell'umano e poco del divino. Se non che a Christian (interpretato da Edoardo Pesce) compaiono le stimmate e scopre di avere poteri taumaturgici non solo per guarire le persone, ma addirittura per riportarle in vita. È così che diventa una sorta di “Cristo di periferia” nell'inferno di una città-palazzo. Anche il Vaticano, tramite un suo emissario, tale Matteo (Claudio Santamaria), sopravvissuto a sua volta per miracolo da ragazzino a un incidente stradale, inizia a indagare presumendo di trovarsi di fronte a un impostore. A questo punto, per spiegare il senso di questa serie decisamente spiazzante, dovremmo svelare il finale. Non lo facciamo, anche perché i colpi di scena sono continui e contribuiscono, assieme alla diffusa ironia, a rendere la serie intrigante nonostante il linguaggio e le situazioni sconvenienti. Ma il vero limite sta nel fatto che fino all'ultimo si ha l'impressione che il germe di bene presente al fondo di ogni personaggio, anche il più crudele, possa prevalere provocando un cambiamento di vita. Invece, non sarà così. Persino alcuni dei miracolati diventeranno vendicativi. A prevalere sarà il male, quasi sempre.
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