Dialoghi, soliloqui, vaniloqui in pagina: anche la stessa. Come su una moneta, dritto e rovescio. Tema "laicità". Ieri "Repubblica", doppia pagina di "Cultura": "L'Occidente tra fede e ragione". Andrea Tarquini racconta un dialogo all'Accademia cattolica di Monaco di Baviera tra Juergen Habermas, giustamente definito "il massimo pensatore laico vivente", e Joseph Ratzinger, cardinale e prefetto della Fede e parla di "una nuova convergenza tra laici e cattolici", concludendo con parole di Habermas: "Il cittadino laico di oggi non può mai più pretendere di negare al concittadino religioso né il potenziale di verità delle sue convinzioni, né il diritto di parlare del mondo d'oggi da uomo di fede". Sul dritto dunque il dialogo, perfetto e con conseguenze precise. Ma forse tale prospettiva vale solo all'estero, e per "Repubblica" solo in pagina di "Cultura". Infatti giri la moneta e trovi il soliloquio. A p. 16 Corrado Augias proprio sul tema "laicità" sostiene che essa - ci mancherebbe! - non è intolleranza, né impedisce ai religiosi di essere se stessi, ma aggiunge che "un'attitudine laica è da preferirsi a una religiosa" e spiega: "la laicità vuole che Dio resti in casa o nelle chiese"! Dunque il buon credente secondo Augias uscendo di casa per lavorare, per fare cultura, per votare deve dimenticare Dio e la sua fede, e può ricordarsene solo se entra in chiesa? Sì, e così è "tollerato" dai "laici". Bello no? È il rovescio di "Repubblica". Il "vaniloquio" arriva a "Porta e Porta" su Raiuno: il senatore leghista Roberto Calderoli afferma che il card. Ruini vuole l'Italia "unita", ma è un "secessionista di fatto" perché risiede in Vaticano. Ci sono anche le secessioni di cervello"
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