giovedì 27 gennaio 2022
Lei sapeva sempre come sarebbe stato il tempo, il giorno dopo. Magari c'era un sole caldissimo, il cielo senza una nuvola, ma Giuditta, nella sua casa fra le montagne, scuoteva la testa: e figli e nipoti, già convocati per il taglio del fieno, senza fiatare riponevano le falci. Non si poteva mietere se veniva brutto, i covoni sarebbero marciti. E Giuditta aveva sempre ragione.
Aveva 90 anni, i capelli candidi riuniti a crocchia, la gonna lunga e nera. Aveva avuto otto figli credo, e non so quanti nipoti. Era buona, e mi teneva volentieri con sé. Ma per quel suo sapere se il giorno dopo c'era il sole o no, io a cinque anni sospettavo fosse una strega. Buona: però una strega.
Sorrido nel pensarci ora, quando le fitte acute alle articolazioni, a sessant'anni, mi annunciano che la pressione atmosferica cala, e farà brutto domani. Oppure quando un violento mal di testa si scioglie con il boato del primo tuono. Macché strega, povera Giuditta: semplicemente le sue vecchie ossa erano un perfetto naturale barometro.
C'era un tempo in cui i vecchi, che erano pochi perché si moriva spesso giovani, sapevano, e ordinavano quando arare, quando seminare e raccogliere. «Quanta sapienza abbiamo perduto nell'informazione», ha scritto Eliot profeticamente. Adesso, per quei dolori ti parlano di malattie autoimmuni. Ma io lo so, che semplicemente sto diventando una strega.
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