“Il re”, Sky si interroga su carcere e potere
domenica 14 aprile 2024
Un immaginario carcere, il San Michele, dove un controverso direttore, il duro Bruno Testori, si comporta da sovrano assoluto. Da qui il titolo Il re dato alla serie di Sky Studios. Ma può anche succedere che «il re» finisca dalla parte opposta delle sbarre con l’accusa di omicidio. Ecco il finale della prima stagione e l’inizio della seconda con Luca Zingaretti protagonista, diretto da Giuseppe Gagliardi in una storia fuori dagli schemi scritta da Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Gnesini, in onda il venerdì sera su Sky Atlantic e Sky Cinema Uno e disponibile on demand. Per tirare fuori il direttore dalla cella e rimetterlo al suo posto interviene addirittura il capo dei servizi segreti con una richiesta-ricatto in cambio: far parlare un detenuto illustre, un magistrato accusato forse ingiustamente di omicidio. A questo punto Testori sospetta di essere lui lo strumento inconsapevole di una macchinazione, persino di un potenziale complotto internazionale. In cambio della libertà sente di perdere il suo potere assoluto. E se è vero che nel suo «regno» ha sempre esercitato la propria idea di giustizia in maniera decisamente discutibile, non tollera che il potere decida di schiacciare un potenziale innocente per interessi superiori. La serie si concentra così ancor più sul tema dell’abuso di potere: oltre a quello di Testori, adesso anche quello incarnato dai servizi segreti, che si mostra altrettanto ambiguo, manipolatorio e sostanzialmente immorale, con il confine tra bene e male, giusto e sbagliato, che diventa sempre più sottile. L’atmosfera si conferma cupa, ma meno claustrofobica, anche perché l’elemento thriller aggiunto in questa stagione spinge più spesso il protagonista all’esterno del carcere, che resta comunque uno spazio angusto, un microcosmo isolato dalla società esterna, in cui i conflitti tra le persone esplodono con violenza. © riproduzione riservata
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