Ecco ciò di cui non c’è nulla di più grande: Dio stesso
lunedì 22 aprile 2024
Dio può essere “pensato”? Mente, cuore e anima dell’essere umano possono contenere l’infinito amore di Dio? È in queste domande che si trova il seme del dialogo tra fede e ragione. Un dialogo cui si dedicò sant’Anselmo d’Aosta, testimone di una tradizione classica a confronto con un mondo che si avviava alla modernità. L’apice del cammino di questo testimone e pensatore fu la definizione di Dio come «ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore». Nato nel 1033, Anselmo, che ebbe da giovane un rapporto difficile con la famiglia, seguì la vocazione religiosa fino in Normandia, dove conobbe Lanfranco di Pavia, priore dell’abbazia del Bec, della quale egli stesso poi divenne abate. La sua produzione teologica fu ricca e tra le sue opere più importanti appaiono il «Monologion» e il «Proslogion». Nel 1093 divenne arcivescovo di Canterbury; difensore della Chiesa dall’ingerenza del sovrano e promotore di una riforma che mettesse fine alla piaga della simonia, a causa di contrasti con il potere politico fu anche costretto all’esilio. Morì nel 1109 e nel 1163 ne venne concesso il culto, mentre nel 1720 ha ricevuto il titolo di dottore della Chiesa per volere di papa Clemente XI. Altri santi. Sant’Apollonio di Roma, filosofo e martire (II sec.); san Corrado (Giovanni Evangelista) Birndorfer da Parzham, religioso (1818-1894). Letture. Romano. At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18. Ambrosiano. At 20,7-12; Sal 29 (30); 1Tm 4,12-16; Gv 10,27-30. Bizantino. At 9,32-42; Gv 5,1-15. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI