Augurio preventivo: nel 2010 niente rendita sui malintesi che nascondono superficialità e pregiudizi. Due esempi: "La Stampa" (anno scorso: 7/10, p. 43): «La Weisz fa paura al Vaticano». «Paura»? Si spara sul fatto che un film allora appena uscito nelle sale spagnole, già annunciato in quelle israeliane, americane e per gennaio - ora! - in quelle francesi non era previsto «nelle sale italiane». Ovvio: colpa del Vaticano! Già: perché il film parla di una «donna, scienziata, matematica» di 1600 anni orsono, che ebbe problemi con la religione del tempo. Perciò leggevi che «su Facebook Mario ( sic! testuale) invita a firmare una petizione». E tu nel pezzo leggi, parola di «scienziato» moderno «pret à porter», che «siamo ancora allo stesso punto» di 1600 anni fa! Passati 3 mesi del film nessuno più parla: flop commerciale? No! Segno che il Vaticano ha le paure" lunghe. Altri malintesi, ma di oggi. Sempre "Stampa" (30/12, p. 34): «La dolce vita? Un film cattolico». Federico Fellini 50 anni fa presentò la sua opera e qui leggi che il film fu «attaccato dalla Chiesa" ma a sorpresa stroncato da Pasolini». «La Chiesa» attaccò "La dolce vita"? Sì e no. "L'Osservatore" fu durissimo, ma il cardinale Siri la difese pubblicamente, e in realtà Pasolini non «stroncò» il film, anzi, definendolo «il più alto prodotto del cattolicesimo di questi ultimi anni» scrisse che la sua «unica problematica» era «il rapporto tra peccato e innocenza, non dialettico, perché regolato dalla grazia». Pasolini conosceva bene Fellini. I fatti smentiscono sempre i pregiudizi, e l'augurio iniziale per l'anno nuovo viene a proposito"
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