Non solo la Gmg trascurata dai media: perché serve parlarne
giovedì 24 agosto 2023

La Gmg di Lisbona trascurata dai media? Personalmente sono rimasto molto più colpito dal rumoroso silenzio che aveva accolto, neutralizzandolo, un altro evento, la Settimana Sociale dei Cattolici di Taranto, due anni fa. Certamente, se diamo retta ai numeri dei due eventi, non c’è proporzione: la Gmg con i quasi due milioni di giovani, si è confermato evento planetario, mentre l’appuntamento pugliese della Chiesa italiana richiedeva una partecipazione che rappresenta una radice quadrata della Gmg.

Due cose molto diverse, anche perché il tema della Gmg è stato squisitamente pastorale, mentre i temi posti sul piatto della Settimana sociale erano trasversali: l’Agenda 2030, la sostenibilità della nostra vita futura, uno stile nuovo da proporre alle nuove generazioni, le comunità energetiche. Nel mainstream di casa nostra, feedback prossimi allo zero, fatta eccezione. per il servizio pubblico. Questo silenzio mi aveva colpito molto di più rispetto a quanto non si sia verificato per l’ultima Gmg, proprio partendo dalla consapevolezza che i contenuti dovrebbero battere la logica dei numeri.

Ora, il discorso potrebbe ulteriormente essere “alzato” su altri temi, ancora più importanti, quali la guerra, anzi, le guerre, sul pensiero unico dominante, anche informativo, sulla solitudine in cui è stato lasciato papa Francesco, e così via. Ecco, io credo che lamentarsi serva a poco, anzi rafforzi il pregiudizio, innegabile, di cui sopra. Serve, invece, aprire un ragionamento comune su come uscire da una crisi di fiducia e credibilità in cui buona parte del giornalismo è caduta, credo, anche per questi pregiudizi che poco hanno a che vedere con un’informazione libera.

Credo che questi comportamenti censori siano frutto probabilmente di snobismo, di valutazioni sulla notiziabilità dell’evento, di negligenze o sottovalutazioni, ma anche di scelte precise partorite da lobbies che hanno precisi interessi affinché determinati fenomeni o correnti culturali non si diffondano troppo. Anche per questo motivo l’Ucsi ha aperto, già dallo scorso anno, un dibattito che crediamo importante sul futuro dell’informazione. Lo ha fatto proponendo un laboratorio che parte dal mondo cattolico per aprirsi a tutti i soggetti che hanno a cuore il rilancio di un sistema, meglio sarebbe di uno stile nuovo.

L’Ucsi ha coinvolto la Fnsi, l’Ordine dei Giornalisti, aprendosi a quei movimenti di giornalismo sociale e comunitario con cui si vorrebbe scoprire un percorso etico nuovo. Ancora, un salto di qualità: questo dibattito, prendendo spunto dai messaggi di papa Francesco ai giornalisti si allarga alle grandi firme del giornalismo italiano, con un’iniziativa editoriale che porta la firma, oltre che dell’Ucsi, della Libreria Editrice Vaticana. Siamo chiamati a ogni sforzo per uscire da questa crisi. È indispensabile provarci. Prima possibile.

Presidente Ucsi

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