mercoledì 8 maggio 2024
Il presidente serbo Vucic "omaggia" l'ospite: «Per noi Taiwan è Cina». Xi ricorda l'attacco Nato all'ambasciata cinese di 25 anni fa: «Non permetteremo che accada di nuovo»
Il presidente cinese Xi Jinping a Belgrado

Il presidente cinese Xi Jinping a Belgrado - REUTERS

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Il “regalo” è arrivato subito. «Taiwan è Cina»: sono le parole con le quali il presidente serbo Aleksandar Vucic ha accolto l'omologo cinese Xi Jinping, arrivato a Belgrado nel suo tour europeo che lo porterà poi in Ungheria, altro anello della catena di alleanze di Pechino. «Abbiamo una posizione chiara e semplice riguardo all'integrità territoriale cinese», ha insistito Vucic. A sua volta, il presidente cinese si è detto «molto commosso» per l'affettuosa accoglienza e l'alto senso di ospitalità ricevute, rievocando la sua prima visita a Belgrado nel giugno 2016 quando fu deciso di elevare a "partnership strategica" le relazioni fra Serbia e Cina. Che i rapporti tra i due Paese siano strettissimi non è un mistero. Lo stesso Vucic ha ricordato che «la Serbia è diventato il primo partner strategico della Cina nell'Europa centrale e orientale» e che la visita di oggi è vissuta a Belgrado come un’occasione per «aprire un nuovo capitolo nei rapporti tra i due Paesi».

Dopo il viaggio in Francia, la scelta della data dello “sbarco” di Xi in Serbia è altamente simbolica. Coincide con il 25esimo anniversario del bombardamento da parte della Nato dell'ambasciata cinese a Belgrado che costò la vita a tre giornalisti cinesi, suscitò un’ondata di indignazione in Cina e spinse l’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton a scusarsi con Pechino per l’incidente. La Nato scatenò una serie di raid contro l'ex Jugoslavia per costringere Slobodan Milosevic a porre fine alla repressione contro gli albanesi in Kosovo. Il Paese è un anello di congiunzione con la Russia.
«Il popolo cinese apprezza la pace, ma non permetterà mai che una tragedia storica si ripeta», ha detto martedì Xi in un articolo apparso sul quotidiano Politika. «L'amicizia forgiata nel sangue tra i popoli della Cina e della Serbia è diventata la memoria comune dei due popoli e ispirerà entrambe le parti ad andare avanti insieme», ha scritto ancora Xi.

Il presidente serbo Aleksander Vucic accoglie il 'collega' cinese Xi Jinping

Il presidente serbo Aleksander Vucic accoglie il "collega" cinese Xi Jinping - REUTERS

«Si immagini che qualcuno, anche per sbaglio, colpisca un'ambasciata americana da qualche parte nel mondo. La reazione sarebbe immediata», ha affermato Sven Biscop, professore di politica estera e di sicurezza europea presso l’Università di Ghent e l’Egmont Institute. «Quindi per un Paese come la Cina è chiaro che si tratta di una cosa importante”, ha aggiunto. «E, naturalmente, non è stato dimenticato».

L’amicizia tra i due Paesi è diventata sempre più robusta. La Cina possiede miniere e fabbriche in tutta la Serbia e ha prestato miliardi al Paese per la costruzione di strade, ponti e nuove strutture, diventando il partner chiave di Belgrado nello sviluppo delle infrastrutture necessarie al suo sviluppo. Nel 2023, secondo l’agenzia nazionale per gli investimenti, la Cina era il secondo partner della Serbia dopo l’UE con uno scambio commerciale totale di 6,1 miliardi di dollari e tra i suoi primi cinque investitori. La prossima tappa per Xi è l'Ungheria di Viktor Orbán. Un altro amico della Cina.


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