martedì 23 aprile 2024
Arresti alla Yale University e alla New York University mentre si moltiplicano gli “accampamenti di solidarietà a Gaza”. Gli studenti rigettano le accuse di antisemitismo
La polizia è intervenuta alla New York University

La polizia è intervenuta alla New York University - ANSA

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Arresti alla Yale University nel Connecticut. Arresti alla New York University. L’onda lunga della guerra in Medio Oriente continua a infrangersi e ad agitare i campus americani, con la protesta (e la sua repressione) che cresce di giorno in giorno e gli “accampamenti di solidarietà a Gaza" che si moltiplicano. Tutto questo mentre alla Columbia University – l’epicentro delle protese contro la guerra di Israele a Gaza - ha deciso di tenere tutte le lezioni in forma virtuale, un modo per neutralizzare il conflitto politico sciogliendo la prossimità dei corpi.

Secondo lo Yale Daily News, gestito dagli studenti universitari, la polizia ha arrestato lunedì notte più di 45 persone, dopo che i manifestanti avevano bloccato il traffico intorno al campus di Yale a New Haven, chiedendo che l’università fosse “liberata” dai produttori di armi che finanziano la struttura.

Sempre lunedì notte, la polizia è intervenuta per sedare una protesta alla New York University, effettuando una serie di arresti. Come riporta la Bbc, i manifestanti chiedono alle autorità accademiche di rivelare e rinunciare ai "finanziamenti e alle donazioni che provengono dai produttori di armi e alle aziende con interessi nell'occupazione israeliana". Accampamenti di protesta sono spuntati anche all’Università della California a Berkeley, al Massachusetts Institute of Technology, all’Università del Michigan, all’Emerson College e Tufts.

Gli 'accampamenti di solidarietà' alla Columbia

Gli "accampamenti di solidarietà" alla Columbia - ANSA

Dopo i fermi dei giorni scorsi la situazione alla Columbia è tutt’altro che pacificata. Le autorità accademiche hanno annunciato che le lezioni si terranno virtualmente, con la presidente Minouche Shafik – nel mirino delle proteste perché “colpevole” di aver richiesto l’intervento della polizia - che ha parlato di episodi di “comportamento intimidatorio e molesto”. Secondo Shafik, le tensioni nel campus sono state «sfruttate e amplificate da individui non affiliati alla Columbia che sono venuti al campus per perseguire i propri programmi». Giovedì la polizia ha arrestato più di 100 studenti della Columbia con l'accusa di violazione di domicilio. Decine di studenti coinvolti nelle proteste sono stati sospesi.

La protesta contro la guerra a Gaza

La protesta contro la guerra a Gaza - ANSA

Secondo quanto riporta la Reuters, uno dei principali sostenitori in termini di donazioni dell’università, Robert Kraft ha minacciato di tagliare i finanziamenti: "Non mi sento a mio agio nel sostenere l'università finché non verranno intraprese azioni correttive". Secondo i detrattori delle proteste, dietro gli accampamenti si celerebbe l’ombra dell’antisemitismo. Accusa respinta dagli studenti che rivendicano la liceità di critiche di natura politica, indirizzate alla guerra. In una dichiarazione di domenica, gli “studenti della Columbia per la Giustizia in Palestina” hanno affermato di "respingere fermamente qualsiasi forma di odio o fanatismo" e hanno criticato "individui infiammatori che non ci rappresentano".


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