venerdì 7 marzo 2014
ESCALATION Truppe russe occupano base ucraina
Per Mosca «suscitano un sorriso» gli appelli europei a trattare con Kiev con la mediazione di poteri occidentali, perché ritiene esaurito il credito di fiducia di questi «garanti». Intanto Gazprom minaccia di tagliare le forniture di gas all'Ucraina se Kiev non salderà il suo debito, che ammonta a 1,8 miliardi di dollari, e non pagherà le forniture correnti.
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Per Mosca «suscitano un sorriso» gli appelli europei a trattare con Kiev con la mediazione di poteri occidentali, perché ritiene esaurito il credito di fiducia di questi «garanti». A sostenerlo è Dmitri Peskov, portavoce di Putin. «È assai curioso – ha detto Peskov - che ora dall'Europa risuonino appelli alla Russia a condurre trattative con personaggi di Kiev che si definiscono potere dell'Ucraina con la mediazione di poteri occidentali, questo non può che suscitare che un sorriso perché certamente il credito di fiducia verso questi “garanti” è certamente esaurito dopo il destino che è toccato al documento firmato da Ianukovich a Kiev il 21 febbraio». Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin ha poi difeso l'azione della Russia in Ucraina, ma ha detto di sperare che malgrado "il profondo disaccordo" con l'Occidente non abbia inizio una nuova guerra fredda. Il discorso, trasmesso da uno dei canali della tv di Stato, sembra far parte dello sforzo di Putin di evitare un più duro scontro con l'Occidente e la tempo stesso “delegittimarlo” di fronte all’opinion pubblica russa. Il portavoce Peskov ha poi detto che «si sono registrati profondi disaccordi di natura concettuale tra la Russia, l'Ue e gli Usa». Ma ha aggiunto che «rimane la speranza...che possano essere trovati alcuni punti di accordo come risultato del dialogo, che i nostri partner, grazie a Dio, non hanno ancora respinto». Peskov ha infine aggiunto che non c'è il Cremlino dietro le mosse dei leader della Crimea per la secessione dall'Ucraina e che Mosca è preoccupata per una possibile persecuzione etnica se coloro che sono dietro a quello che ha definito «un golpe che ha fatto cadere Yanukovich» raggiungessero la Crimea e l'Ucraina orientale. Gazprom minaccia di tagliare le forniture di gas all'Ucraina se Kiev non salderà il suo debito, che ammonta a 1,8 miliardi di dollari, e non pagherà le forniture correnti. "O l'Ucraina estingue il debito e paga per le forniture correnti, oppure c'e' il rischio di tornare alla situazione creatasi all'inizio del 2009", ha detto l'ad di Gazprom Alexiei Miller, precisando che oggi scade il termine del pagamento per il gas russo fornito a febbraio e Kiev non ha ancora versato la somma. Gli osservatori dell'Osce, un gruppo di circa 40 persone tra cui due italiani, stanno tentando per la seconda volta di entrare in Crimea, dal confine nord della penisola. Vladimir Putin e Barack Obama hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale il presidente russo ha chiesto al collega americano di "non rovinare le relazioni bilaterali a causa di differenze su questioni internazionali, pur significative e importanti". Lo ha riferito il Cremlino, aggiungendo che la telefonata è stata una iniziativa della Casa Bianca. Washington ha spiegato che durante la conversazione, Obama ha ricordato al collega russo che le azioni di Mosca "violano la sovranità dell'Ucraina e la sua integrità territoriale".

Le nostre relazioni, ha insistito Putin, sono "fondamentali per la sicurezza e la stabilità nel mondo". Durante il colloquio, si legge nella nota diffusa da Mosca, i due presidenti hanno preso atto delle differenze sulla questione ucraina. Putin ha ribadito a Obama il suo pensiero: le attuali autorità ucraine sono arrivate al potere per mezzo di un golpe anticostituzionale, senza un mandato a livello nazionale, e impongono decisioni assolutamente illegittime". In questo contesto, ha aggiunto Putin, la Russia "non può ignorare la richiesta di aiuto e sta agendo in piena conformità con il diritto internazionale". I due leader hanno comunque di concordato di mantenersi in stretto contatto, come dimostrato anche dagli ultimi colloqui tra il segretario di Stato John Kerry e il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. 

Durante la conversazione telefonica, durata circa un'ora, Obama ha comunque sottolineato che "esiste una via diplomatica per risolvere" la crisi, ha riferito la Casa Bianca. E la soluzione, ha ribadito il presidente americano al suo interlocutore, "passa per i colloqui diretti tra Kiev e Mosca, mediate dalla comunità internazionale". Putin avrebbe poi accettato l'invio di osservatori internazionali che assicureranno il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, ucraini e russi, in preparazione delle elezioni di maggio. Obama ha poi chiesto a Putin di ritirare le sue truppe dalle installazioni militari in Crimea.

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