giovedì 7 agosto 2014
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Il rapimento di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due cooperanti rapite da qualche giorno in Siria, allunga la lista degli italiani sequestrati nel mondo: il bilancio è ora di sei casi. L’ultimo, prima delle due donne di cui si sono perse le tracce ad Aleppo, era stato quello di Marco Vallisa, il tecnico italiano sequestrato solo un mese fa in Libia.Tra le pieghe di un territorio martoriato, quello siriano, si sono perse da oltre un anno anche le tracce di padre Paolo dall’Oglio mentre gli altri due italiani sequestrati, Giovanni Lo Porto e Gianluca Salviato, sono stati rapiti rispettivamente in Pakistan e Libia.Padre Dall’Oglio, 59 anni, gesuita romano, per trent’anni, e fino alla sua espulsione nell’estate del 2012, ha vissuto e lavorato nel suo Paese d’adozione, la Siria, in nome del dialogo islamo-cristiano. Tempo addietro era stata diffusa l’ennesima notizia, non confermata, sull’uccisione del religioso da parte di miliziani qaedisti. Attivisti locali hanno poi smentito, affermando che «Abuna Paolo» è prigioniero ma ancora vivo. Di qualche giorno fa un appello della famiglia ai rapitori perché facciano avere notizie sulla sua sorte. Da oltre due anni non si hanno notizie del cooperante Giovanni Lo Porto, 38enne palermitano, sequestrato in Pakistan il 19 gennaio 2012. Lo Porto si trovava insieme a un collega tedesco a Qasim Bela, nella provincia del Punjab, dove lavorava per la Ong tedesca Welt HungerHilfe (Aiuto alla fame nel mondo) alla ricostruzione dell’area messa in ginocchio dalle inondazioni del 2011.Il 22 marzo scorso si sono perse le tracce in Libia del tecnico Gianluca Salviato, 48 anni, originario della provincia di Venezia, impiegato da alcuni anni per la Ravanelli di Venzone (Udine), società che opera nel settore della costruzioni. L’uomo è stato rapito nella Cirenaica e c’è apprensione per la sua sorte in quanto soffre di diabete e ha bisogno dell’insulina.
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