giovedì 13 luglio 2023
Mosca a Pechino soprattutto petrolio, carbone e metalli, mentre le auto cinesi hanno sostituito quelle europee nei concessionari russi. Interscambio da 20 miliardi di dollari a giugno
La bandiera russa sventola davanti alla Grande Sala del Popolo di Pechino, in occasione della visita del primo ministro russo Mikhail Mishustin lo scorso magggio

La bandiera russa sventola davanti alla Grande Sala del Popolo di Pechino, in occasione della visita del primo ministro russo Mikhail Mishustin lo scorso magggio - Reuters

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Gli affari tra Cina e Russia non sono mai andati così bene. A giugno, secondo i dati delle dogane cinesi riportati da Reuters, gli scambi tra i due Paesi hanno raggiunto i 20,8 miliardi di dollari, il livello più elevato da febbraio 2022, cioè il mese dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La Russia sta vendendo alla Cina petrolio, carbone e metalli che non può più cedere alle aziende europee: il suo export verso la cina è salito del 15,7% annuo, a 11,3 miliardi di dollari (a maggio l’aumento annuo era stato del 10%). L’export di prodotti cinesi in Russia è aumentato del 90,9%, raggiungendo i 9,5 miliardi: secondo l’agenzia di analisi Autostat oggi sei dei dieci marchi di auto più acquistati in Russia sono cinesi, società come Haval, Chery e Geely hanno conquistato le quote di mercato lasciate libere dai produttori europei.

A maggio, il primo ministro russo Mikhail Mshustin ha detto di aspettarsi che gli scambi con la Cina superino i 200 miliardi di euro nel 2023, rispetto ai 190 miliardi del 2022.

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