I mercati non sembrano aver apprezzato
l'accordo tra Italia e Bruxelles sul meccanismo di
garanzie
utili a smaltire i crediti in sofferenza delle banche. La borsa di Milano è
stata l'unica in Europa a chiudere in calo, con l'indice Ftse
Mib giù dello 0,40%, proprio a causa delle ingenti vendite che
hanno interessato il comparto del credito.
A subire le perdite più ingenti sono Banco Popolare
(-7,08%) e Bper (-7,08%). Pesanti anche Ubi (-3,23%) e Carige,
giù del 3,42% dopo un avvio in rialzo condizionato dalla
promozione di Moody's. Male anche Unicredit (-3,04%), Intesa
(-0,97%), Bpm (-1,52%) e Mediobanca (-1,51%), laddove
Mediolanum se la cava con una flessione dello 0,08%. Unico
titolo in controtendenza Mps (+1,14%).
I dettagli sull'intesa finora forniti agli investitori non
sembrano ancora del tutto chiari, in particolare quelli
relativi al prezzo di mercato fissato per il pagamento delle
garanzie dello Stato sui crediti da cartolarizzare. Secondo i
termini dell'accordo, raggiunto ieri dopo una riunione fiume
tra il Ministro dell'Economia
Pier Carlo Padoan e il
commissario Ue alla Concorrenza
Margrethe Vestager, lo Stato
rilascerà la garanzia solo se i titoli oggetto di
cartolarizzazione "avranno preventivamente ottenuto un rating
uguale o superiore all'Investment Grade, da un'agenzia di
rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie
accettate dalla
Bce".
Il passaggio delicato e molto importante è quello relativo
all'intervento dello Stato, che prevede garanzie nell'ambito
delle cartolarizzazioni che abbiamo come sottostante crediti in
sofferenza delle banche, definito nell'accordo tra Italia e
Ue:
esso "non genererà oneri per il bilancio dello Stato. Al
contrario, si prevede che le commissioni incassate siano
superiori ai costi, e che vi sia pertanto un'entrata netta
positiva". In altri termini, "la presenza della garanzia
pubblica - ha spiegato - faciliterà il finanziamento
dell'operazione di cessione delle sofferenze e non avrà
impatti nè sul debito pubblico nè sul deficit".
Ad ogni modo,
ha fatto sapere Padoan, "il Governo sta per varare le norme che
definiscono un meccanismo di garanzia utile a smaltire i
crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari" e da parte
sua la Commissione europea "concorda che il meccanismo non
prevede aiuti di Stato".
Saranno però, probabilmente, solo la
riforma del
credito cooperativo e le nuove misure per
accelerare le procedure per il recupero crediti le norme in
materia bancaria che approderanno domani sul tavolo del Conisglio dei ministri. A
via XX settembre si lavora infatti "intensamente" per mettere
nero su bianco quanto stabilito durante l'incontro tra Padoan e
Vestager ma, a quanto si apprende, appare molto "difficile" che
il testo arrivi in Cdm già domani. Più probabile che il
provvedimento sia esaminato la settimana prossima. "Facciamo di
tutto per accelerare il processo", ha detto il ministro Padoan
a questo proposito.
Potrebbero tardare un pò di più invece i decreti per il
risarcimento dei risparmiatori colpiti dal
salvataggio delle
quattro banche. Si tratta in particolare di un decreto
ministeriale con le modalità di rimborso ai piccoli
obbligazionisti, che non dovrà quindi passare al vaglio del
Cdm, e di un Dpcm che definirà gli arbitrati.
"È in atto un lavoro intenso con il ministero
dell'economia per la stesura dei decreti", ha spiegato questa
mattina il presidente dell'
Anac Raffaele Cantone, "più i
decreti saranno chiari più riusciremo a gestire bene gli
arbitrati, quindi, penso, che se ci prenderemo qualche giorno
in più è opportuno". Fonti del Mef assicurano comunque che il
via libera alle misure arriverà entro la prima metà di
febbraio.