martedì 27 febbraio 2024
L'ad della divisione europea Michael Shu: valutiamo un secondo stabilimento in Europa dopo quello ungherese annunciato a dicembre. Il ministro Urso: abbiamo diversi interlocutori
Michael Shu, amministratore delegato di BYD Europe

Michael Shu, amministratore delegato di BYD Europe - Ansa

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Il colosso cinese BYD è stato contattato dal governo italiano nell’ambito dei tentativi di attrarre un secondo produttore di automobili oltre a Stellantis. “Abbiamo alcuni contatti per discuterne”, ha rivelato Michael Shu, amministratore delegato di BYD Europe, durante il Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra intervistato da Bloomberg.

La necessità di un secondo stabilimento europeo “dipende dalle nostre vendite: ora stiamo facendo ottimi progressi”, ha aggiunto Shu. BYD, che nel 2023 ha superato Tesla come più grande produttore di veicoli elettrici al mondo, ha avviato il piano per realizzare la sua prima fabbrica europea in Ungheria.

Byd ha respinto al mittente le accuse di Bruxelles secondo cui il successo delle sue auto elettriche è dovuto ai sussidi ricevuti da Pechino, affermando di aver investito prima e molto di più dei suoi concorrenti. L’inchiesta avviata dalla Commissione europea sui veicoli elettrici cinesi molto probabilmente condurrà a un aumento delle tariffe sulle loro importazioni. La casa automobilistica ha già lanciato tre modelli in Europa e sembra essere preparata a questa eventualità.

L'aumento delle tariffe potrebbe indurre Byd ad accrescere la capacità di produzione della fabbrica di veicoli elettrici che sta costruendo. La previsione è quella di iniziare a produrre nell'impianto ungherese entro la fine del prossimo anno, nonostante il progetto sia stato lanciato solo lo scorso dicembre. "Stiamo ancora discutendo su quanto velocemente possiamo andare e quante auto possiamo vendere", ma devono essere almeno 150.000, "altrimenti i costi sarebbero troppo alti" ha detto Shu.

Il governo Meloni da un paio di mesi sta ipotizzando l’arrivo di un secondo produttore di auto dopo che Stellantis ha ipotizzato lo spostamento di una parte delle attività in Paesi a basso costo come la Polonia. I produttori, infatti, sono sotto pressione negli sforzi nella transizione ai veicoli elettrici, i cui prezzi di vendita sono ancora molto più alti rispetto alle auto con motore a combustione. "È troppo presto per dire quando e se verrà presa una decisione su un secondo stabilimento", ha detto Shu, ma di certo Byd punta a ramificare la presenza in Europa. "Vogliamo andare il più in profondità possibile" con la catena di approvvigionamento locale, ha continuato aggiungendo che "tutto ciò che facciamo è per la localizzazione".

La mossa ha sollevato la prospettiva di un ulteriore concorrente per le case automobilistiche nazionali europee, in particolare per Volkswagen, Stellantis e Renault che servono il segmento competitivo del mercato di massa.

"Abbiamo contatti con diverse case automobilistiche" ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine della visita allo stabilimento ex Ilva di Taranto, rispondendo a una domanda su un possibile contatto con la cinese Byd. "Abbiamo lavorato sin dall'inizio della legislatura - ha proseguito - per migliorare l'attrattività del Paese. Questo vale anche per il settore dell'automotive. Siamo l'unico Paese europeo che produce auto ad avere un unico produttore".

Perplessi i sindacati che da un lato continuano a denunciare il “disinvestimento fatto da Fca prima e da Stellantis adesso in Italia” e dall’altro temono che l’arrivo dei cinesi non porti nuova occupazione. “Sono contatti già resi noti, ma al momento non hanno presupposti concreti. Siamo pronti a esaminare progetti e ipotesi che possano avere un presupposto industriale verificando ipotesi che abbiano un impatto occupazionale e di prospettiva anche in equilibrio con gli attuali produttori presenti in Europa" ha detto Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl.

Fondata nel febbraio 1995, BYD (acronimo di Build Your Dreams, costruisci i tuoi sogni), è una multinazionale high-tech. Un colosso che in 27 anni è passato da 20 dipendenti ai 290mila di oggi, con oltre 30 siti industriali e oltre 40 filiali in tutto il mondo. Nata come azienda che produceva batterie è riuscita a scalare tutte le classifiche. Nel 2023 ha venduto 3,6 milioni di veicoli (la metà dei quali elettrici) collocandosi tra le prime 10 case automobilistiche a livello mondiale per unità vendute. Ha investito molto nella transizione elettrica della mobilità, auto ma anche trasporto ferroviario, nella produzione di batterie ad alta efficienza e nell’hi-tech, con sistemi di produzione e stoccaggio energetico. A giugno del 2023 ha fatto il suo debutto in Italia con il lancio di tre modelli elettrici.

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