mercoledì 22 maggio 2024
Il mercato prevalente è quello business to business per il 64,3% delle imprese innovative, che in oltre quattro casi su dieci sfruttano l'intelligenza artificiale. Ancora poche donne nei Cda
Assintel: metà delle startup italiane riesce a fare profitti
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Il Dna delle startup italiane è digitale, social e sostenibile, il loro mercato è prevalentemente "business to business" e si rivolgono per la maggior parte al settore ICT e dei servizi business. Questo, in sintesi, l’identikit che emerge dal nuovo studio Assintel Report speciale startup, presentato oggi a Milano dall’associazione italiana delle imprese ICT di Confcommercio. La ricerca, svolta nel primo quadrimestre dell’anno, è curata dall’Istituto Ixé. “Il focus di questa nuova ricerca non è stato tanto quello di una mappatura asettica delle startup italiane, quanto quello di concentrarci sullo spaccato più innovativo di questo mondo, per coglierne le peculiarità e orientare gli investitori verso un sostegno allo sviluppo di questo prezioso ecosistema”, ha osservato Dante Laudisa, vicepresidente Assintel e coordinatore del progetto #startuphub2030, ideato per supportare la crescita e lo sviluppo delle startup con percorsi che portino ad una finanza non speculativa, ma anzi distributiva, generativa e sostenibile. “Le startup associate evidenziano un risultato di posizionamento migliore nelle diverse metriche, poiché far parte dell'ecosistema Assintel consente una condivisione e un confronto importante in termini di valori e contenuti”.

Lo studio delle startup mostra una tipologia d’impresa tipicamente piccola (l’83% ha meno di 10 occupati, il 72,6% ha meno di 5 soci), la metà delle quali già in fase di scaleup (52,7%) - ha cioè definito un chiaro modello di business, raggiunto e dimostrato profittabilità e scalabilità - o di lancio commerciale (26,9%). Il mercato prevalente è quello business to business per il 64,3% di esse. I principali segmenti di mercato sono l’ICT (per il 38,1% di esse), i prodotti e servizi business (37,4%), l’area healthcare, pharma e biotech (18%), la manifattura (17,3%), la finanza e il food & beverage (17%). La loro presenza online è pressoché totale: il 99% di esse ha almeno un canale online, si tratti di sito web o social. Linkedin è il social network preferito (con l’85% delle presenze) seguito da Facebook (57,8%) Instagram (57,1%), YouTube (31,3%), TikTok (12,9%) e infine X (10,5%).

A livello di tecnologie adottate in azienda, non sorprende che l’intelligenza artificiale sia presente per il 43,9% di esse, seguita dalle piattaforme digitali (32%), dal cloud (28,9%) e da sistemi di social media marketing (28,9%). Anche l’aspetto delle tecnologie proprietarie è peculiare: il 58,1% le ha già o le sta sviluppando, percentuale che sale al 90,1% per le associate Assintel. Il 38,4% ha inoltre già sviluppato o sta sviluppando brevetti, percentuale che sale al 52% per le associate Assintel. Ma il dato decisamente più interessante è la connessione con il valore della sostenibilità: per il 68% delle startup intervistate il loro prodotto ha un impatto in termini ecologici e di sostenibilità, in particolare se rivolto ai settorei energia/utilities (75,6%), healthcare/pharma/biotech (75,5%), finance (72%) e ICT (71,4%).

Per quanto riguarda la parità di genere, si conferma il problema di un orientamento soprattutto maschile alle discipline Stem e di una cultura latente non ancora pienamente inclusiva. Questo si riverbera anche nella composizione delle startup innovative: il 46% delle startup mappate ha almeno una donna come socia fondatrice, ma la percentuale scende al 25% per la presenza di donne nel consiglio di amministrazione, e solo il 21,9% ha una donna nel ruolo di amministratore delegato. La buona notizia? Nelle nuove startup la tendenza è di una maggior presenza femminile, con una media del 37% all’interno dei consigli di amministrazione.

Durante la presentazione del rapporto sono stati premiati i tre vincitori dell’Assintel Digital Awards 2024, il contest che quest’anno si è focalizzato sulle migliori startup innovative del Made in Italy nelle tre categorie strategiche dell’IA, della Cybersecurity e della Blockchain. Premiate, rispettivamente, Mywai (www.myw.ai/), che ha sviluppato una piattaforma brevettata AIoT Made in Italy con il sostegno della Commissione Europea, dell'ESA e del MIMIT, che ha come focus l’abilitazione della manutenzione predittiva e il controllo qualità attraverso l’IA su apparecchiature industriali, biomedicali e smart cities. E ancora, Equixly, una piattaforma SaaS che rafforza la sicurezza delle applicazioni integrando test di sicurezza API nel ciclo di sviluppo software. Infine, Accudire, una startup innovativa dell’industria 5.0, che offre una piattaforma collaborativa per digitalizzare i processi e la documentazione legata all’export.

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