mercoledì 22 maggio 2024
La testimonianza del vescovo greco-cattolico di Odessa all'Assemblea della Cei. «Tutte le confessioni ucraine messe al bando nelle zone occupate». In estate 700 ragazzi ucraini nelle diocesi italiane
Una chiesa bombardata nella regione di Kharkiv in Ucraina

Una chiesa bombardata nella regione di Kharkiv in Ucraina - Ansa

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Racconta le persecuzioni della Chiesa nei territori dell’Ucraina occupati dall’esercito russo. Un quinto dell’intero Paese finito nelle mani del Cremlino e strappato a una nazione che «sta lottando, per il terzo anno consecutivo, a caro prezzo e a costo di migliaia di suoi cittadini caduti sul campo di battaglia o uccisi innocentemente», spiega il vescovo Mykhaylo Bubniy, esarca di Odessa. Davanti all’episcopato italiano riunito per l’Assemblea generale della Cei porta la testimonianza della Chiesa greco-cattolica ucraina. E descrive il clima di oppressione per i fedeli che resistono alla russificazione nelle quattro regioni conquistate in gran parte dal Cremlino.

Una chiesa bombardata nella regione di Kharkiv in Ucraina

Una chiesa bombardata nella regione di Kharkiv in Ucraina - Ansa

«La prima azione che è stata intrapresa nei territori finiti sotto il controllo russo è stata di vietare qualsiasi simbolo ucraino e l’uso della lingua. Ma sono state anche bandite tutte le confessioni ucraine e sono persino state proibite le attività di Caritas Ucraina, nonché quelle dei Cavalieri di Colombo». Secondo l’esarca di Odessa, «si ripete quanto successo con l’invasione della Crimea nel 2014 dove oggi sono state annesse due delle sei chiese dell’esarcato di Odessa, mentre le altre quattro sono state chiuse». Quindi il richiamo ai «due nostri sacerdoti, religiosi della Congregazione Redentorista, che hanno prestato servizio nella città di Berdyansk, oggi occupata, e che sono prigionieri in Russia da quasi due anni». Preti di cui non si hanno informazioni esatte sul luogo di detenzione e sullo stato di salute ma anche sono al centro delle attenzioni del Papa e della Santa Sede «cui va il nostro ringraziamento per tutto ciò che viene fatto affinché si arrivi alla loro liberazione», dice Bubniy. È un intervento toccante e sentito quello del vescovo della città affacciata sul mare che continua a essere bombardata da Mosca. E ricorda come la Chiesa cattolica sia a fianco di un popolo piegato dai lutti, dalla distruzione, dai missili e adesso dalle nuove offensive targate Putin. «Soprattutto nelle zone lungo la linea del fronte – tiene a far sapere Bubniy – ognuna delle parrocchie si è trasformata in un centro umanitario per gli sfollati interni».

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il cardinale Matteo Zuppi nella sua visita a Kiev nel giugno 2023

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il cardinale Matteo Zuppi nella sua visita a Kiev nel giugno 2023 - Ansa

Il presule rappresenta l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che non è riuscito a venire di persona a Roma, invitato dai vertici della Cei. «La presenza della nostra Chiesa – sottolinea l’esarca – è particolarmente significativa nella Penisola sia per la grande diffusione nel territorio italiano, tanto che papa Francesco ha eretto un esarcato per la cura pastorale degli ucraini nel luglio 2019, sia per il sostegno e la quantità di aiuti partiti dall’Italia in favore dell’Ucraina». Un Paese che, aggiunge il vescovo di Odessa, «resiste per il suo diritto all’esistenza come Stato sovrano, tutelando al contempo i valori e i principi democratici nell’Europa orientale». Bubnyi sottolinea le «conseguenze nefaste della cosiddetta “dottrina del mondo russo” che è stata toccata con mano da quanti sono venuti nel Paese, come il cardinale Matteo Zuppi», impegnato nella missione di pace voluta dal Pontefice che lo ha portato a Kiev, Mosca, Washington e Pechino. Da qui il grazie a nome della maggiore comunità cattolica in Ucraina. «La nostra gente è infinitamente grata all’intera comunità internazionale». E uno speciale pensiero va «all’Italia e all’episcopato italiano». Con l’invito a «continuare di sostenere l’Ucraina, a dire la verità sulla guerra, a schierarsi coraggiosamente in difesa di coloro che soffrono, che vengono uccisi e a cui viene negato il diritto all’esistenza».

Una chiesa bombardata nella regione di Donetsk in Ucraina

Una chiesa bombardata nella regione di Donetsk in Ucraina - Ansa

Lo testimoniamo di nuovo le diocesi italiane che tornano ad accogliere i bambini dell’Ucraina. Accadrà di nuovo fra luglio e agosto in quella che il cardinale Matteo Zuppi ha definito «un’estate di solidarietà» annunciando l’iniziativa nella sua Introduzione all’Assemblea generale della Cei. «Sette nostre Chiese locali hanno dato disponibilità, insieme alle aggregazioni laicali, a ospitare 700 minori», ha detto il porporato spiegando che «l’accoglienza allarga anche il cuore e diventa testimonianza di una rinnovata cultura di pace». Lo scorso anno erano stati circa mille i ragazzi che avevano partecipato alle «vacanze solidali» nella Penisola sostenute dalla Cei e realizzate dalla diocesi con la Caritas e le comunità locali. Un’esperienza promossa con Caritas Spes e Caritas Ukraine e con il Mean, il Movimento europeo di azione nonviolenta.

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