venerdì 5 aprile 2024
Nel discorso ai frati minori della comunità di La Verna e della provincia toscana il Pontefice cita un curioso aneddoto. L'invito a essere di manica larga nella Confessione e il richiamo alle stimmate
Un momento dell'udienza ai frati minori

Un momento dell'udienza ai frati minori - Vatican Media

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È un Papa come sempre in vena di battute simpatiche quello che ha incontrato la Comunità dei Frati Minori di La Verna e della provincia toscana. Nella mia patria, in Argentina, ha raccontato, «ci sono dei mangiapreti che quando arriva un prete toccano ferro, perché porta jella, ma mai, mai si fa questo con l'abito francescano! È curioso. Mai è insultato un francescano. Perché, non si sa». O probabilmente questo si spiega con il fatto che «il vostro abito fa pensare a san Francesco e alle grazie ricevute. Andate avanti così, e non importa – aggiunge il Pontefice - se sotto l'abito c'è il blue jeans, non c'è problema, ma andate avanti!». L’aneddoto fa parte del discorso pronunciato durante l’udienza vaticana per l’ottavo centenario del dono delle stimmate, ricevute da san Francesco d’Assisi il 14 settembre 1224. Stimmate che richiamano il dovere dei cristiani di «rivolgersi in modo speciale ai “segnati” dalla vita, che portano le cicatrici di sofferenze e ingiustizie subite o di errori commessi. E in questa missione il santo della Verna è un compagno di cammino, che sostiene e aiuta a non lasciarsi schiacciare da difficoltà, paure e contraddizioni, proprie e altrui. È ciò che Francesco ha fatto ogni giorno, dall’incontro con il lebbroso in poi, dimenticando sé stesso nel dono e nel servizio, arrivando perfino, negli ultimi anni, a “disappropriarsi” – questa parola è chiave – disappropriarsi in un certo senso di ciò a cui aveva dato inizio, aprendosi con coraggio e umiltà a vie nuove, docile al Signore e ai fratelli».

Il Papa all'arrivo all'udienza

Il Papa all'arrivo all'udienza - Vatican Media

Ma le stimmate sono anche un insegnamento interno alla famiglia francescana, «un potente richiamo a fare unità». Infatti il Crocifisso che a san Francesco «appare alla Verna, segnando il suo corpo, è lo stesso che gli si era impresso nel cuore all’inizio della sua “conversione” e che gli aveva indicato la missione di “riparare la sua casa”». Dove riparare indica la capacità di perdono, per cui i sacerdoti devono essere di manica larga, perdonare sempre, perché «Dio non si stanca di perdonare e perdona tutto». Infine, un’ultima sottolineatura. «In Francesco – spiega il Pontefice - uomo pacificato nel segno della croce, con il quale benediceva i fratelli, le stimmate rappresentano il sigillo dell’essenziale. Ciò richiama anche voi a tornare all’essenziale nei vari aspetti del vostro vissuto: nei percorsi formativi, nelle attività apostoliche e nella presenza in mezzo alla gente; ad essere perdonati portatori di perdono, guariti portatori di guarigione, lieti e semplici nella fraternità; con la forza dell’amore che sgorga dal costato di Cristo e che si alimenta nel vostro personale incontro con Lui, da rinnovare ogni giorno con un serafico ardore che bruci il cuore».



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