sabato 20 aprile 2024
La giornalista Bortone denuncia: lo scrittore "cancellato". Opposizioni e Usigrai all'attacco. Calenda: cara Meloni la Rai non è tua. Poi Corsini: nessuna censura, solo accertamenti contrattuali
Scurati e il 25 aprile scuotono la Rai. E Meloni pubblica l'intervento
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«... Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di "Che Sarà" era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto dello scrittore Antonio Scurati (celebre per aver scritto diversi libri sul fascismo e su Mussolini e vincitore del premio Strega nel 2019 con M, il figlio del secolo) era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili». Serena Bortone, la giornalista che conduce il programma di Raitre non ci sta. Parla sui social. Denuncia la censura. Chiede spiegazioni. «...Devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perchè stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io». La polemica è inevitabile e immediata. La Rai trema. Il governo, inizialmente, tace. Le opposizioni ringhiano. Alle 12 il caso si tinge di giallo: «Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione non è mai stata messa in discussione», si affretta a chiarire il direttore dell'Approfondimento Rai, Paolo Corsini, che precisa come siano in corso «accertamenti di natura economica e contrattuale». Ma torniamo alle polemiche. Il primo a alzare la voce è il senatore del Pd Francesco Verducci , componente della Commissione di Vigilanza Rai... Monologo cancellato «... per un intervento diretto della Dirigenza Rai a poche ore dalla trasmissione, senza nessuna comunicazione all'autrice e conduttrice del programma... È un caso gravissimo di censura... Di violazione dell'autonomia editoriale di un programma... E una inquietante intimidazione. La Presidente Rai intervenga nei confronti di Ad e Direttore per chiarire questa vicenda». Parole durissime. Le opposizioni parlano a una sola voce. Carlo Calenda chiama in causa Palazzo Chigi: «... Questo cara Giorgia Meloni va oltre. Cancellare l'intervento di un grande scrittore per ragioni politiche è inaccettabile, indegno. Questa roba accade in Russia e non può accadere in un paese europeo. Ci aspettiamo le scuse e il ripristino immediato del monologo cancellato. La Rai non è tua. La paghiamo, purtroppo, tutti. Datti una regolata». Si schiera anche l'Usigrai. «In assenza di chiarimenti sul perché della cancellazione dell'intervento dello scrittore in trasmissione non possiamo che registrare l'ennesimo segnale di una Rai dove si contrasta ogni espressione culturale sgradita a chi governa».

Si cerca di capire. Si torna al comunicato stampa con cui la Rai, nella serata di ieri, annunciava la puntata del programma. C’è un’intervista a Maurizio Landini, è prevista un’intervista a Walter Veltroni. Ma subito dopo l’intervista al segretario della Cgil, in scaletta è annunciato un «monologo dello scrittore Antonio Scurati incentrato sui contenuti del 25 aprile, ormai alle porte». Tutto nero su bianco. Fonti Rai fanno sapere a stretto giro che la partecipazione di Scurati al programma è stata annullata «per motivi economici»: si sarebbe dato uno stop, cioè, a una richiesta da parte dello scrittore di 1.800 euro. Il tutto scritto in un documento interno. A quella nota ne sarebbe poi seguita un'altra, in cui l'azienda si sarebbe detta disponibile a un'ospitata a titolo gratuito. Nessun veto sul nome dell'autore - si fa notare -, per altro inserito nel comunicato aziendale con gli ospiti del programma di cui si diceva poco fa. Nel pomeriggio, poi, la mossa della premier Giorgia Meloni in persona. Che decide di pubblicare integralmente l'intervento di Scurati sul suo profilo Facebook: «In un'Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile» scrive la premier. «La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto». «Buona lettura» scrive ancora la premier che incolla nel post il testo integrale del monologo al centro delle polemiche.

A sera, tirato in ballo dalle polemiche, decide di replicare anche lo scrittore. Ed è una replica durissima. «Gentile Presidente, leggo sue affermazioni che che mi riguardano. Lei stessa riconosce di non sapere "quale sia la verità" sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l'entità dell'impegno», scrive Antonio Scurati, in un testo pubblicato sul sito di Repubblica. «Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Io ho solo accolto l'invito di un programma della televisione pubblica a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall'agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto. La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a "motivazioni editoriali", come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale ora pubblico. Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato spostando il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso». E accusa la premier di far uso del «suo straripante potere» per attaccare «personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo. Questa, gentile Presidente - conclude Scurati - è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza, è questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?».

A tarda sera, intervine da Napoli anche la segretaria del Pd Elly Schlein. «Quella di Scurati la trovo una vicenda molto grave, la mia solidarietà a Scurati, questa Rai così non è più servizio pubblico ma il megafono del governo è un'altra cosa, è stata una censura a cui ha fatto seguito un attacco da parte della destra, del partito di Giorgia Meloni e tra le righe anche di Meloni. Una violenza, come l'ha definita Scurati. Meloni ha preso tempo per pubblicare il testo censurato, ora si prenda il tempo di leggerlo e dichiarasi antifascista, come la nostra costituzione», dice la segretaria del Pd a La Repubblica delle idee.
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