lunedì 22 aprile 2024
Il militare italo-argentino, denunciato nel 2015, vive a Portorose (Messina). In aula i familiari di quattro vittime del regime. Per fine anno attesa l'ordinanza della Gup sul rinvio a giudizio
Gli otto desaparecidos della cui scomparsa è accusato Carlos Malatto

Gli otto desaparecidos della cui scomparsa è accusato Carlos Malatto - .

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L’hanno guardato in faccia per la prima volta. Al tribunale di Piazzale Clodio, ieri mattina, i parenti di quattro desaparecidos argentini hanno visto in aula Carlos Luis Malatto. Il 75enne italo-argentino, in Italia dal 2011, è accusato della morte di otto oppositori al regime del generale Videla. È stata la prima delle udienze preliminari in cui la Gup Marisa Mosetti dovrà decidere se rinviare o no a giudizio il tenente colonnello che, secondo l’accusa, avrebbe partecipato a torture, omicidi e sparizioni.

E nella prima udienza la presidenza del Consiglio ha annunciato, attraverso l’Avvocatura dello Stato, che chiederà di costituirsi parte civile nel processo. Analoghe richieste da 24 marzo Onlus, da Cgil Cisl Uil, dal Pd e dalle Rete federale per i diritti umani e l'Assemblea permanente per i diritti umani. La procura ha concluso lo scorso anno le indagini su Malatto, dopo una denuncia presentata nel 2015. L’accusato - residente prima a L’Aquilla e ora a Portorosa, in provincia di Messina - si è mostrato, secondo i presenti, «impassibile e inpenetrabile, senza mostrare alcun tipo di emozione». L’ex militare era affiancato da cinque legali, tre in più di quelli previsti dal rito.

Roma, i familiari dei desaparecidos alla Fondazione Basso. Da sinistra: Jorge Ithurburu, Pedro Sondereguer, Marie-Noele Erize, Emiliano Rostagno

Roma, i familiari dei desaparecidos alla Fondazione Basso. Da sinistra: Jorge Ithurburu, Pedro Sondereguer, Marie-Noele Erize, Emiliano Rostagno - L.Liv.

Accompagnati dai legali c’erano anche diversi familiari di alcune delle otto vittime, che hanno fatto il punto sull'inchiesta e il procedimento nel corso di una conferenza alla Fondazione Bosso. Marie-Noele Erize (sorella della modella franco-argentina Marie-Anne Erize), Emiliano Rostagno (per i nonni materni Armando Alfredo Lerouc e Marta Elida De Lourdes Saroff), e Pedro Sondreguer (nipote del rettore dell’università di San Juan, Juan Carlos Campora). Con loro anche il presidente dell'associazione 24 marzo, Jorge Ithurburu. «Mia madre ha perso entrambi i genitori per colpa del regime. In questo procedimento non si parla di un crimine normale - sottolinea Emiliano Rostagno - ma contro l'umanità. Ed è importante che se ne parli, oggi più che mai, in presenza di governi negazionisti». «Mio nonno - spiega Pedro Sondereguer - è stato sequestrato nel 1977, aveva 56 anni. È passato molto tempo, ma confidiamo che l'Italia faccia giustizia».

Nel procedimento figura, come parte offesa, anche l'ambasciata di Argentina in Italia. «In Argentina - spiega l'avvocato Marta Lucisano, una dei legali dei familiari - sono già stati condannati tutti gli appartenenti al gruppo operativo di Malatto». Le prossime udienze sono state fissate all’11 luglio e al 9 settembre. La decisione sul rinvio a giudizio dovrebbe arrivare tra la fine dell'anno e l'inizio del nuovo.

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