Palazzo Chigi. Il mondo cattolico lancia un appello per un impegno comune della politica per l'Italia in questo momento difficile - Ansa
Un invito a essere costruttori di speranza in questo momento molto difficile per la pandemia e la crisi di governo. In modo da uscire dall’emergenza senza «lasciare indietro nessuno». È un invito diretto a tutti quello che viene dal mondo cattolico. Ieri lo ha formulato il cardinale Gualtiero Bassetti (leggi qui), presidente della Conferenza episcopale italiana, aggiungendo la nota della speranza alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul non essere questa una «parentesi della storia», ma un «tempo di costruttori». Parole pronunciate al Quirinale nel messaggio di fine anno, che il porporato ha definito un «forte stimolo».
Ma quella di Bassetti non è l’unica voce che si è levata ieri e nei giorni scorsi dal mondo cattolico per esprimere un giudizio sull’attuale situazione, Il Paese «è allo stremo delle forze», è l’analisi Azione Cattolica, Fuci e Meic. Per questo l’apertura della crisi è «deleteria» per quanto riguarda la gestione di un’emergenza che «non accenna a declinare», inoltre è «incomprensibile per la gran parte dei cittadini». La richiesta agli schieramenti politici è di compiere «con un sussulto di dignità» scelte in linea con il senso di responsabilità indicato dal Colle.
A Mattarella e a una rapida assunzione di responsabilità della politica si appella anche Roberto Rossini, presidente delle Acli. Per affrontare le tante questioni ancora sul tappeto «occorre con urgenza trovare una soluzione politica basata sulla forte condivisione di un programma che dia un orizzonte di futuro». Ciò che serve «non è una maggioranza numerica, ma una maggioranza politica basata sui programmi». Anche Rossini vede segni di speranza nelle «tante forze vitali» che la pandemia ha fatto emergere. E il governo «dovrà saperle valorizzare al meglio: è il tempo delle idee costruttive e della dialettica repubblicana».
«La buona politica? Non abita più qui», è la nota del Cif (Centro italiano femminile). «Alla luce delle ultime vicende scopriamo che la politica, almeno da parte degli attori principali, è attività i cui esiti ricadono sui cittadini», dichiara la presidente Renata Natili Micheli, sottolineando che a questi ultimi «non sono offerti strumenti di conoscenza» per esercitare il proprio ruolo. Eppure, afferma, «c’era stato spiegato che le politica era la più grande forma di carità e servizio al bene comune».
Stile al quale i cattolici certo non rinunciano. Lo ribadisce padre Francesco Occhetta, esperto di politica e membro del comitato delle Settimane sociali. «Il mondo cattolico può essere enzima per ricomporre la crisi», scrive nell’editoriale che uscirà domani sulla testata di "Comunità di connessioni", rete di formazione politica per i giovani. Metodo democratico, modello di sviluppo integrale che ispiri il Recovery plan, riconciliare le tensioni tra credenti impegnati in politica e, ancora una volta, «dare speranza senza alimentare le paure», gli stili indicati dal gesuita, per il quale è «in gioco il futuro del Paese».