I giorni che il Paese attraversa, in questa crisi di governo segnata dagli opposti personalismi di Matteo Renzi e Giuseppe Conte, vede l’opinione pubblica e le forze politiche concentrate sul "pallottoliere" al Senato della Repubblica. Al di sotto della congerie di accuse reciproche, denunce di “pericoli per la democrazia” non meglio identificati e appelli a “responsabili” della cui qualità politica nessuno sa, resta l’afonia delle forze politiche e dei protagonisti di questo passaggio rispetto alla carne viva del Paese. Un silenzio che si riflette nell’assenza di una giustificazione politica tanto della deflagrazione della crisi, voluta da Matteo Renzi, quanto della ricerca di senatori alternativi a quelli di Italia Viva, che in queste ore impegna la maggioranza.
Di fronte a tutto questo servirebbe allontanare da sé la tentazione rinchiudersi in questioni di principio che celano la rinuncia a soppesare le dinamiche del tessuto sociale, economico e culturale italiano e di un quadro europeo e internazionale che resta, da mesi e forse più, il grande assente dal nostro discorso pubblico. L’etica della responsabilità di weberiana memoria, richiede alla politica di cogliere anche un’occasione come questa per dare valore e sostanza alle scelte che delineano l’orizzonte lungo della vita di un Paese. Questo richiede allora di abbandonare una pratica politica che restituisce l’immagine della terza economia dell’area europea e della sesta economia mondiale governata con i 140 caratteri di un tweet e di ragionare invece sulla costruzione di una visione dell’Italia.
È un di più di politica e di democrazia quello che la realtà impone, che è chiesto alla politica come a tutto il Paese nella ricchezza delle sue componenti. In questo senso va il contributo che Argomenti2000 ha offerto con la IV "Costituente delle idee", tenuta lo scorso 9 gennaio. Il Libro bianco che lì è stato presentato rappresenta il tentativo di offrire all’opinione pubblica e alla politica del Paese un contributo per maturare un’idea alta dell’Italia, capace di fare da guida nelle scelte da compiere e di ridare al Paese il ruolo che dovrebbe avere nella casa comune europea. È un contributo radicato nella convinzione che avere cura della casa comune sia essenzialmente guardare alle possibilità che si aprono e farlo nello spazio democratico del discorso pubblico. Se l’invito del presidente Mattarella a fare di questo un tempo di “costruttori” vuol essere raccolto, è sul pensare politicamente la realtà che occorre misurarsi perché è quella la via, certo faticosa, per la quale è possibile dare al Paese un senso di futuro.