I due candidati principali alle elezioni regionali in Abruzzo: Marco Marsilio (a sinistra) e Luciano D'Amico - ANSA
Tutto è pronto, l’Abruzzo domenica vota. E la valenza nazionale è fuori discussione. Il centrosinistra che solo un mese fa era staccato di venti punti è in forte rimonta e punta su un campo largo che qui con l'aggiunta di Calenda e Renzi è diventato larghissimo. Per il centrodestra (e soprattutto per Meloni) dopo l'inattesa sconfitta in Sardegna sarà la prova della verità: la premier sa che la Lega fatica e sa anche che un secondo passo falso sarebbe letto come l’inizio della fine. Come la fine della luna di miele con gli elettori. Come la fine del mito dell'invincibilità. In Sardegna ha imposto Truzzu e ha perso. In Abruzzo Marco Marsilio, il governatore uscente è davvero una sua creatura. Una nuova scoinfitta non potrà essere derubricata come un nuovo incidente di percorso.
UN MILIONE 200 MILA AL VOTO, ECCO LE REGOLE
Urne aperte dalle sette di mattina alle 23. Poi subito lo spoglio. Due soli candidati in campo: Marco Marsilio per il centrodestra e Luciano D’Amico per il centrosinistra. Sono chiamati a votare in 305 comuni abruzzesi un milione e duecentoottantamila elettori. La vera novità è che non ci sarà il voto disgiunto che così tanto ha pesato sul risultato in Sardegna: sarà considerata nulla la scheda con un voto espresso per un candidato presidente e per una lista diversa da quelle a lui collegate. Non è previsto il ballottagio: sarà presidente chi otterrà il maggior numero di voti validi.
MARSILIO E D'AMICO, IL RUSH FINALE E GLI ULTIMI APPELLI
Luciano D'Amico, candidato del campo larghissimo 64 anni ex rettore dell'Uniteramo ora ci crede: «Due mesi fa giravo l’Abruzzo e mi chiedevano chi me l’avesse fatto fare e ora mi chiedono che cosa farò nei primi cento giorni da governatore...». Cresce l'entusiasmo nel centrosinistra, ma il centrodestra appare ancora (sondaggi alla mano) avanti. Marsilio, figlio della destra romana, amico da sempre di Giorgia Meloni, passato da Colle Oppio all'Abruzzo ha già chiare le sfide per il prossimo mandato: «Sogno questa terra accessibile, piena di turisti e con ospedali efficienti...». D’Amico lo sfida: è più facile unire tutti dopo 5 anni di disastri del centrodesta. L'ultima immagine è a fianco della neogovernatrice della Sardegna che cita Berlinguer: sardo e abruzzesi sono simili... Lunedì capiremo se l'Abruzzo avrà lo stesso epilogo della Sardegna.
SALVINI AL BIVIO: LA LEGA PRONTA A CAMBIARE
Matteo Salvini non può davvero permettersi un nuovo flop. Dopo il 3,8 in Sardegna il capo della Lega è alla prova della verità. Se sbaglia va a casa. È anche per questo che ha girato in lungo e largo l’Abruzzo come nessun altro leader: quindici incontri in sei giorni. Un vero tour de force. Il Comandante ci prova ma nella Lega i malumori crescono. Umberto Bossi rompe e guardando con crescente preoccupazione il voto abruzzese rompe il silenzio e sconfessa la linea Salvini. Nell’ala lombarda e in quella veneta cresce il malessere e in caso di nuova caduta cresce l’idea di un triunvirato Zaia-Fedriga-Fontana con un obiettivo sempre meno segreto: dare forma a una nuova Lega nord.
MELONI: LA TESTA ALLE EUROPEE E LA SFIDA CON SCHLEIN