Atleti durante la gara
Centro Sportivo dell'Esercito sugli scudi anche in campo femminile. Prime al traguardo sono arrivate Alba De Silvestro, Giulia Murada e Giulia Compagnoni, che hanno fermato il cronometro a sei ore e venti minuti.
L’idea della competizione venne ad un gruppo di amici di Ottorino Mezzalama, pioniere dello scialpinismo del primo dopoguerra, tragicamente deceduto nel 1931 travolto da una valanga sul ghiacciaio di Malavalle nelle Alpi Breonie, in Alto Adige. Due anni dopo, nel 1933, i compagni di cordata del Club alpino italiano lo vollero ricordare con una gara internazionale di grande impegno in alta montagna, che prese il suo nome. A Mezzalama è anche dedicato un caratteristico rifugio in alta Val d’Ayas, realizzato nel 1934 e di proprietà del Cai Torino, che si trova a tremila metri di quota, ai piedi del ghiacciaio di Verra, da cui si gode una spettacolare vista proprio della vetta del Castore.
Fino al 1938 si disputarono le prime sei edizioni del Trofeo, inizialmente vinto dai valligiani e poi dominato dalla pattuglie della Scuola militare alpina di Aosta, modernamente equipaggiate e perfettamente allenate. L’edizione del 1935 vide alla partenza anche Giusto Gervasutti, il Fortissimo, tra le stelle più luminose dell’alpinismo eroico degli anni ’30 e ’40.
Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la gara viene interrotta e non sarà più riproposta per un trentennio, fino al 1971. Quando rinasce per iniziativa di Romano Cugnetto, alpinista di Gressoney, che organizza altre quattro edizioni, fino al 1978. Nel 1981 la gara viene annullata per le proibitive condizioni del tempo in alta quota e la competizione cade nuovamente in “letargo”. Fino al 1997 quando, dietro l’impulso della guida alpina di Champoluc, Adriano Favre, che riesce a riunire un imponente staff organizzativo, gli atleti tornano a calzare gli sci con le pelli di foca e a risalire i candidi ghiacciai valdostani. Ad anni alterni si sono svolte altre sei edizioni del Mezzalama, su un tracciato rivisto e allungato rispetto all’originale degli anni Trenta. Dello storico Trofeo rimangono le pattuglie di tre elementi in cordata che, dal 2001, devono obbligatoriamente calzare gli sci larghi da scialpinismo, mentre sono vietati quelli stretti da fondo, per tanti anni utilizzati dalla squadre militari.