giovedì 7 marzo 2024
Il regista Denis Villeneuve e lo scenografo Patrice Vermette hanno girato alcune scene del secondo capitolo del kolossal nel memoriale del fondatore della Brionvega. Un luogo arcano e spirituale
La cappella della Tomba Brion, di Carlo Scarpa

La cappella della Tomba Brion, di Carlo Scarpa - FAI - Fondo Ambiente Italiano / Luca Chiaudiano

Amatissima dagli appassionati di architettura e oggetto “di culto” da parte del revival brutalista che sta attraversando i social network, la Tomba Brion di Carlo Scarpa sta acquisendo in questi giorni una fama planetaria da quando è diventata protagonista del secondo capitolo di Dune, il film del regista Denis Villeneuve interpretato da Timothée Chalamet, Zendaya e Javier Bardem, tratto dal romanzo di Frank Herbert. Lo scenografo premio Oscar Patrice Vermette ha infatti deciso di ambientare alcune scene nell’edificio sito a San Vito di Altivole, nella pianura trevigiana tra Castelfranco e Asolo, e divenuto dal 2022 patrimonio del Fai.

Il Memoriale Brion, come è anche conosciuto, è la tomba di Giuseppe Brion, il fondatore della Brionvega, e della moglie Onorina. Costruita tra il 1969 e il 1978, è anche l’ultima opera del grande architetto veneziano, che qui è stato sepolto. Un capolavoro che unisce cemento armato e dimensione arcaica e insieme futuribile, immerso in una inconfondibile aura orientale e, in particolare, giapponese.

La Tomba Brion ha in effetti un sapore "alieno". È un complesso di edifici disposti in un giardino a L, costellato di canali, sentieri, vasche, podi in pietra, a cui si accede attraversando dei propilei aperti da due cerchi intrecciati. Il percorso è labirintico, ricco di tagli e suggestioni accentuate da decorazioni geometriche, piani sfaccettati, elementi allusivi. Il sapore arcano è accentuato dalla presenza costante dell'acqua. I sarcofagi dei coniugi Brion, sculture astratte piegate l'una verso l'altra, sono disposti sotto un grande arcosolio. La cappella, scelta come set di "Dune - Parte 2", è ricavata in un quadrato ruotato di 45° all'interno di corpo di fabbrica più ampio. È qui che nel film la principessa Irulan, figlia dell'imperatore, siede alla scrivania in diverse scene.

Spazio ermetico, sospeso, denso di risonanze, è il luogo di un attraversamento: come ha scritto lo storico dell'architettura William J. Curtis è “un paesaggio mitico che esplorava l'erosione del tempo” dove “l'astrazione, anziché la memoria separatrice, permetteva il ricongiungimento di molti luoghi e tempi”. Perfetto, dunque, per una fantascienza epica dal forte sapore filosofico e metafisico. È molto probabile che divenga una meta di pellegrinaggio del turismo cinematografico. Speriamo che l'affluire del nuovo pubblico non ne spenga l'incanto...

Ingresso alla cappella della Tomba Brion, di Carlo Scarpa

Ingresso alla cappella della Tomba Brion, di Carlo Scarpa - WikiCommons / Filippo Poli / CC BY-SA 4.0 DEED

La cappella della Tomba Brion, di Carlo Scarpa

La cappella della Tomba Brion, di Carlo Scarpa - WikiCommons / Filippo Poli / CC BY-SA 4.0 DEED

Uno degli esterni della Tomba Brion, di Carlo Scarpa

Uno degli esterni della Tomba Brion, di Carlo Scarpa - WikiCommons / Filippo Poli / CC BY-SA 4.0 DEED

Veduta zenitale della Tomba Brion, di Carlo Scarpa

Veduta zenitale della Tomba Brion, di Carlo Scarpa - WikiCommons / Filippo Poli / CC BY-SA 4.0 DEED


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