venerdì 8 marzo 2024
Organizzare qui un simile evento significa giocare tra l’appartenenza europea, una vocazione internazionale e il carattere del tutto originale dell’arcipelago
Una veduta di Malta

Una veduta di Malta - @kavalenkau/Icp

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Dal porto di Gozo risaliamo verso l’interno dell’isola. L’artista maltese Austin Camilleri che fa da guida si ferma dopo qualche tornante. Continuiamo a piedi. Da qui si vede Comino e poi distante Malta. Austin vive qui e ha qui uno dei suoi atelier. Scolpisce parole nella pietra viva delle isole, sugli scogli, nelle cave, sui precipizi, parole in questa strana lingua, il siculo arabo che qui ha preso suoni e dimensioni tutte sue. È l’unica lingua semitica scritta in caratteri latini e racconta l’unicità densa, isolana dell’arcipelago maltese. Un luogo familiare e non - dove si parla molto l’italiano e l’inglese e dove il code- switching è comune a tutti.

Quando ci sono arrivato come consulente per la prima Biennale d’Arte che si terrà qui dall’undici marzo a fine maggio 2024 mi è venuto da pensare: ecco una Svizzera terrona! Svizzera per l’entità dei traffici economici e finanziari, per la situazione fiscale, per la centralità negli scambi tra oriente e occidente, terrona per il carattere della gente, l’aspetto popolare, le grandi feste dei patroni, il mescolarsi dei ceti, una certa chiusura e gelosia. Malta vive negli ultimi anni un boom turistico notevole e allo stesso tempo accusa una caduta d’immagine problematica. L’uccisione della giornalista Daphne Caruana Galizia che indagava sui traffici loschi di passaporti europei e anche di ben altro, fatta saltare in aria nella sua auto, ha evocato i terribili tempi della mafia siciliana. E sicuramente ha posto un’ombra su questa isola luminosa. Il processo che ne è seguito, le dimissioni di alcuni politici, non hanno spento la polemica e la ricerca della verità.

Un’opera di Yan Shanchun per il padiglione nazionale della Cina

Un’opera di Yan Shanchun per il padiglione nazionale della Cina - maltabiennale.art

Nel frattempo, l’isola ha cercato di darsi “una regolata” e un’immagine un po’ più degna, e l’intenzione di diventare un polo internazionale per l’arte contemporanea fa parte di questo. La Biennale, che è organizzata da Heritage Malta, utilizzerà l’incredibile ricchezza e varietà dei siti storici – dai templi megalitici del paleolitico dove sono state rinvenute le rappresentazioni delle dee madri – all’incredibile centro storico di La Valletta che è stato dichiarato patrimonio Unesco.

La direttrice della Biennale, una curatrice italiana, Sofia Baldi Pighi si è trasferita qui per respirare l’aria maltese, comprenderne le potenzialità e le problematiche. Si profila un’edizione con grossi artisti internazionali, dalla cubana Tania Bruguera, al messicano Pedro Reyes alla cilena Cecilia Vicuña, alla francese Laure Prouvost, al ghanese Ibrahim Mahama, al salvadoregno Guadalupe Maravilla, all’italo albanese Adrian Paci, lo stesso Austin Camilleri, oltre a una settantina di altri artisti internazionali e maltesi giovani e meno giovani e ai padiglioni nazionali tra cui Ucraina e Palestina (Malta è uno dei pochi stati europei ad avere riconosciuto lo stato palestinese).

Il contributo di Michelangelo Pistoletto per il padiglione tematico ispirato a Piazza Armerina “Mediterraneo: Mosaico di C(OU)lture”

Il contributo di Michelangelo Pistoletto per il padiglione tematico ispirato a Piazza Armerina “Mediterraneo: Mosaico di C(OU)lture” - maltabiennale.art

L’insieme avrà sede nei palazzi straordinari dei Cavalieri di Malta, nelle Chiese, nei siti archeologici, nelle piazze e strade dei vari centri dell’arcipelago. Sarà anche un’occasione per vedere danzare in uno dei siti delle dee madri Virgilio Sieni. Al tutto si affiancherà un public program che vedrà arrivare, antropologi come Michael Taussig, Chuz Martinez, Silvana Carotenuto dell’ Orientale di Napoli. Un’occasione per scoprire l’isola, le sue bellezze, la sua cucina, la sua strana storia. Ad esempio, in pochi sanno che Malta è stata la sede per 400 anni di una attività corsara intensissima. I pirati venivano pagati e organizzati dagli stessi cavalieri di Malta, in funzione difensiva, ma anche di attacco e saccheggio delle navi ottomane. L’isola aveva bisogno spesso di grano, legna, spezie oltre che di schiavi. Di qui passava la tratta dei musulmani catturati negli attacchi pirati.

Ovviamente occorre inquadrane il tutto nella storia del mediterraneo diviso tra islam e cristianità – in nord Africa si svolgeva un traffico analogo di cristiani schiavi. Malta era il baluardo cristiano, il balcone fortificato d’Europa, ma era anche il risultato di molteplici dominazioni e colonizzazioni. L’ultima, quella inglese, è ancora rappresentata a Malta dalla statua della regina Vittoria ed è oggetto di una feroce polemica da parte di quanti vorrebbero che Malta si affrancasse dall’influenza inglese e rivendicasse la propria unicità politica e culturale. Insomma, organizzare una Biennale d’Arte è una sfida abbastanza complessa, significa giocare tra l’appartenenza europea e una vocazione internazionale e il carattere esclusivo e “a parte” dell’arcipelago.

“Coagulation3” di Gijeong Goo dal padiglione tematico “Hybrid Landscape is Isolated”

“Coagulation3” di Gijeong Goo dal padiglione tematico “Hybrid Landscape is Isolated” - maltabiennale.art

Con Austin Camilleri ci confrontiamo sulle parole comuni che indicano qui l’apertura, la compassione nei confronti degli altri, quella esclamazione «mischino» che viene dall’arabo e significa «poverino, cosa gli è capitato!» che è pronunciata in Sicilia e qui con tono analogo. Con lo storico della corseria e della pirateria e direttore del Museo Marittimo Liam Gauci scopriamo le storie personali e collettive di gente che si imbarcava sotto una bandiera su cui c’era scritto «la fortuna o la morte». E oggi cerchiamo di capire dov’è finita la pirateria: Malta è uno dei paradisi fiscali del gaming, dei blockchain. Per chi vorrà venire qui c’è anche il richiamo della straordinaria decapitazione di San Giovanni Battista di Caravaggio –, la bellezza delle coste e del mare, la diversità architettonica dei centri dell’isola, la ricchezza delle feste patronali frequentissime e delle musiche che vi si scatenano per l’occasione.

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