sabato 12 aprile 2014
​Petraglia: la pillola Ru486 ha dei rischi, ma il mondo scientifico li ignora. Con buona pace della salute, fisica e psicologica.
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La pillola Ru486 ha dei rischi, ma il mondo scientifico li sottovaluta o addirittura li ignora, visto che le pazienti spesso non tornano per i controlli. Con buona pace della loro salute, fisica e psicologica. Felice Petraglia è ordinario di Ginecologia ed ostetricia, direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Siena e Consigliere nazionale dell’Associazione Scienza & Vita. E la pillola abortiva la conosce bene. Qual è il suo meccanismo di azione?La molecola che compone la Ru486 agisce sui recettori del progesterone, che è ormone della gravidanza, bloccandoli. Il prodotto arresta l’azione progestinica inibendo lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l’eliminazione della mucosa uterina. Il progesterone è l’ormone che garantisce di portare avanti la gravidanza e i suoi livelli aumentano con l’avanzare del periodo di gestazione. La Ru486 agisce per interferire con questo ormone e impedire la prosecuzione della gravidanza ma va usata entro le prime sette settimane dal concepimento, cioè finché i livelli di progesterone sono abbastanza bassi da poter essere contrastati.È ipotizzabile un legame tra la Ru486 e la morte della donna? Si è parlato da più parti del ruolo delle prostaglandine, che si assumono nella seconda parte del cosiddetto protocollo Ru486 e possono causare emorragie o attacchi di cuore.L’aborto di per sé è già una situazione che in molti casi si accompagna a gravi scompensi. È quindi necessario prestare la massima attenzione alle condizioni generali di salute della donna. Nel caso di Torino non sappiamo cosa possa aver determinato il decesso, è indispensabile l’autopsia, ma non si può escludere che sia entrato in gioco il combinato composto di molti fattori, con complicanze che si sono rivelate fatali. Per esempio la Ru486 è un composto “cugino” dei progestinici, quelli delle pillole anticoncezionali, che devono comunque essere metabolizzati anche dal fegato. Come si pone il mondo scientifico rispetto alla Ru486?A distanza di vent’anni dall’introduzione in commercio non vi è molto interesse da parte del mondo scientifico e le pubblicazioni in merito non sono così ricche. Difficilmente ai congressi ginecologici si parla di Ru486, di quali siano i rischi e di cosa succede con l’assunzione della pillola. Viene considerata un prodotto dall’effetto scontato e con pochi effetti collaterali. Raccogliere i dati è difficile perché, soprattutto nei Paesi in cui la distribuzione è libera e non vi è una somministrazione sotto controllo, è impossibile rilevare dati statistici affidabili perché le donne non tornano per il controllo. Un prodotto con rischi che vengono sottovalutati dunque. Va temuto?In realtà questa molecola poteva essere la capostipite di una serie di farmaci dall’elevata indicazione terapeutica. In origine infatti era stata provata con efficacia per intervenire sui fibromi uterini e si è dimostrata utile in endocrinologia per curare la Sindrome di Cushing. Addirittura si era sperimentato un effetto benefico nell’induzione del parto a fine gestazione, quando si presentavano delle difficoltà. Purtroppo si è preferito seguire il mercato e concentrarne l’utilizzo solo per interrompere la gravidanza.

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